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Margherita Panaciciu
Leggi i suoi articoliKunstmuseum: «Medardo Rosso. Inventing Modern Scuplture» (fino al 10 agosto)
Scultore, fotografo e maestro dell’allestimento artistico, rivale di Auguste Rodin e modello per numerosi artisti: intorno al 1900, Medardo Rosso (Torino, 1858-Milano, 1928) rivoluzionò la scultura, ma nonostante la sua eccezionale influenza, rimane oggi troppo poco conosciuto. La mostra «Medardo Rosso. Inventing Modern Sculpture» mira a cambiare questa situazione: con circa cinquanta sculture e duecentocinquanta fotografie e disegni, offre una rara opportunità di scoprire l’opera di Rosso in una retrospettiva completa. Invita il pubblico a conoscere meglio le sue attività pionieristiche nella Milano e nella Parigi di inizio secolo, nonché il significato della sua arte in una prospettiva contemporanea. L’impatto straordinario e duraturo della sua opera è rivelato dall’incontro con oltre sessanta artisti degli ultimi cento anni, tra cui Lynda Benglis, Constantin Brâncuși, Edgar Degas, David Hammons, Eva Hesse, Meret Oppenheim, Auguste Rodin e Alina Szapocznikow. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il mumok Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien di Vienna.
Museum Tinguely: «Julian Charrière. Midnight Zone» (fino al 2 novembre)
Uno dei principali campi d’indagine dell’artista franco-svizzero Julian Charrière (1987) è il modo in cui gli esseri umani abitano il mondo e come il mondo, a sua volta, influenza la vita interiore degli esseri umani. La mostra presenta fotografie, sculture, installazioni e nuovi lavori video che affrontano il rapporto degli esseri umani con la Terra come mondo d’acqua, una liquidità che ricopre la maggior parte del nostro pianeta con mari, laghi e ghiacci. Distribuita su tre piani, la mostra «Midnight Zone» esplora le ecologie sottomarine, dalle presenze locali nel Reno agli oceani lontani, esplorando la complessità dell’acqua come elemento fondamentale soggetto al degrado causato dagli esseri umani. «Midnight Zone» si sviluppa come una riflessione immersiva sui mondi fluidi, non il mare come superficie, ma come sostanza, dove i confini si dissolvono. L’artista considera questo spazio non solo come un luogo in cui entrare, ma come un mondo in cui immergersi e muoversi, diventando porosi alle sue pressioni, alle sue profondità, ai suoi sogni.
Fondation Beyeler: «Vija Celmins» (fino al 21 settembre)
È la più importante presentazione completa del lavoro di Vija Celmins (Riga, 1938) in Europa in quasi vent’anni. Maestra nella pittura, nel disegno e nella scultura, il suo linguaggio visivo è allo stesso tempo sottile e potente. Inizialmente Celmins si è concentrata su oggetti di uso quotidiano e scene di disastri e guerre. Successivamente si è dedicata alle strutture superficiali delle ragnatele, degli oceani e dei deserti, e più tardi in particolare al cielo notturno e alle galassie. Le sue immagini resistono allo sguardo superficiale, ma una volta che ci si immerge in esse, rivelano una bellezza affascinante, tra intimità e distanza. La mostra presenta una selezione di opere realizzate da Celmins dagli anni ’60 ad oggi, dando vita all’effetto ipnotico dei suoi mondi pittorici. Sarà inoltre esposta una piccola selezione di sculture, che la stessa Celmins definisce «dipinti tridimensionali». Infine, la mostra presenta un nuovo gruppo di opere che portano avanti il lungo e intenso impegno di Celmins con le superfici e la profondità spaziale.
The Laurenz Foundation, Schaulager: «Steve McQueen. Bass» (fino al 16 novembre)
La Fondazione Laurenz porta allo Schaulager Basel «Bass» (2024) una delle opere più recenti di Steve McQueen, artista di fama mondiale e regista vincitore di un Oscar. Alllo Schaulager presenta la sua opera più astratta fino ad oggi, a dodici anni dalla sua rivoluzionaria mostra nel medesimo luogo. Specificamente pensata per l’architettura dello Schaulager, «Bass» è in gran parte ispirata dal vivo interesse di McQueen per l’effetto della luce, del colore e del suono sulla nostra percezione fisica dello spazio e del tempo. «Ciò che amo della luce e del suono è che entrambi sono creati dal movimento e dalla fluidità. Possono essere modellati in qualsiasi forma, come il vapore o un profumo; possono insinuarsi in ogni angolo e fessura. Amo anche il punto di partenza, dove qualcosa non è ancora una forma, ma è tutto» (Steve McQueen, 2025).
Kunsthalle Basel: «Dala Nasser. Xíloma. MCCCLXXXVI» (fino al 10 agosto)
Per la sua prima mostra in Svizzera Dala Nasser (1990) immagina una ricostruzione della chiesa bizantina di Kabr Hiram a Qana, in Libano, un sito ormai scomparso, in un paesaggio impraticabile. Nell’ambito di questo progetto, lavora per la prima volta con immagini realizzate su tessuti trattati con cianotipia, rendendo tangibili spazi perduti. Nella propria ricerca l'artista lavora attraverso l'astrazione e forme alternative di creazione di immagini. Integrando suono, performance e film nella sua pratica, Nasser rimane essenzialmente una pittrice, poiché riflette specificamente attraverso questo mezzo e i suoi materiali più elementari: tessuto, pigmenti, telai, linee. I suoi dipinti indicativi della terra, realizzati attraverso il contatto diretto sul posto, si contrappongono alle ampie vedute offerte dalla pittura paesaggistica tradizionale. Considerando i materiali come testimoni, ha sviluppato un corpus di opere in continua crescita che mette in primo piano storie non rivendicate, ecologie di violenza lenta, furti coloniali e fallimenti infrastrutturali in tempi e luoghi in cui il linguaggio umano è stato reso insufficiente o irraggiungibile.

Julian Charrière, The Blue Fossil Entropic Stories III, 2013. Copyright: © 2025 ProLitteris, Zürich; Copyright the Artist

Vija Celmins, «Clouds», 1968. © Vija Celmins, Courtesy Matthew Marks Gallery. Photo: McKee Gallery, New York

Schaulager: «Steve McQueen. Bass»

The Laurenz Foundation, Schaulager: «Steve McQueen. Bass»
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