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Da Lia Rumma, adolescenti emarginati nei video di Zielony
In contemporanea con la presenza di Tobias Zielony alla Biennale di Venezia nel Padiglione Germania, Lia Rumma presenta sino al 19 dicembre «Tell me something about you», la quarta personale nelle sue gallerie dell’artista tedesco, dopo quelle del 2007 e del 2010 e la recente retrospettiva video a Napoli.
In questa nuova rassegna Zielony (Wuppertal, 1973) espone alcuni suoi lavori degli ultimi anni: nel grande spazio al piano terreno va in scena il progetto, inedito per l’Italia, «Jenny Jenny» (2013), formato dal video «Der Brief» e da 20 fotografie, frutto di una sua indagine, di segno sociologico e psicologico al tempo stesso, sulla vita di giovani donne berlinesi, tra le quali alcune prostitute, di cui coglie la dolorosa quotidianità.
Al primo piano sono accostate due serie fotografiche: si tratta di «Vele» (i palazzoni di Scampia segnati dal degrado e dalla malavita), in cui Zielony registra pose e abitudini degli adolescenti del quartiere, e «Manitoba», 2009-11, nel quale esplora la periferia della città di Winnipeg (capoluogo della provincia di Manitoba) dove vivono, nel disagio, molti discendenti dei nativi canadesi. Anche in questo caso è un’indagine sulle gang giovanili che dalla sociologia sconfina nell’empatia per i giovani ritratti.
All’ultimo piano sono allestiti due progetti video: in «Big Sexyland», 2008, sono ragazzi dell’Est appena giunti a Berlino, colti in un cinema porno e nel parco vicino, quasi si trattasse per loro di un rito d’iniziazione alla libertà individuale, e in «The Street (Rome)» (2013), un gruppo di giovani del Bangladesh ospitati in un centro di accoglienza fuori Roma.
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