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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliIn occasione dell'apertura di «Flowers of My Desire», ampia personale dedicata a Joana Vasconcelos (Lisbona, 1971) e ospitata al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona fino al 23 novembre, il cocoratore Alberto Fiz (insieme a Mara Folini) la descrisse come un equilibrio tra «una componente spettacolare e una più intimista e problematica». Del resto la celebre autrice portoghese è nota per il modo in cui, nelle sue opere, gli oggetti quotidiani sembrano attraversare una trasformazione simbolica, quasi rituale, che li porta ad assorbire una stratificata serie di significati.
«Mi considero una sorta di versione femminista di Duchamp, con più emozione, sensualità ed empatia», aveva idealmente replicato lei in un'intervista su queste pagine. «Gli oggetti quotidiani nelle mie opere non vengono semplicemente spostati: vengono rigenerati. Non li trasformo fisicamente, li lascio esistere così come sono, ma dono loro una nuova vita, una nuova identità».
Uno scambio avvenuto nero su bianco e che mercoledì 24 settembre, ore 18.00, andrà nuovamente in scena, sempre per interposta persona, a beneficio di chiunque voglia partecipare (ingresso libero con prenotazione consigliata a milano@gallerieditalia.com. Dove? Nella sede di Gallerie d’Italia (piazza della Scala 6). L'occasione, invece, si lega proprio alla mostra asconee. Si tratta della presentazione del del volume (Allemandi Editore) «Joana Vasconcelos. Flowers of my desire», che accompagna l’omonima mostra.

Dopo i saluti di Stefano Steiger, Capo Dicastero Cultura del Comune di Ascona e di Pietro Della Lucia, Direttore Area Libri Allemandi, la serata vedrà Mara Folini e Alberto Fiz, curatori dell’esposizione, dialogare con Elena Di Raddo, docente di Storia dell’Arte all’Università Cattolica di Milano/Brescia. Modera l’incontro la giornalista Francesca Amè.
L’antologica svizzera, così come il catalogo che ne deriva, ripercorre in modo esaustivo, attraverso oltre 30 opere tra installazioni, lavori a parete, dipinti, disegni, video e libri, i momenti salienti del percorso creativo di Joana Vasconcelos (Lisbona, 1971), dagli anni Novanta a oggi.
Riconosciuta per le sue sculture monumentali e le installazioni immersive, Joana Vasconcelos decontestualizza gli oggetti di uso quotidiano e aggiorna il concetto di arte, artigianato e design, stabilendo un dialogo tra la sfera privata e lo spazio pubblico, il patrimonio popolare e la cultura alta. Con leggerezza e ironia affronta tematiche connesse con l'identità femminile, la società dei consumi e la memoria collettiva. Un valore attribuitole trasversalmente da critica e pubblico, che la considera una delle voci più autorevoli dell'intera scena contemporanea.
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