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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliA Siena, a poco più di seicento anni dalla nascita di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (Siena, 1410-80), il Complesso museale del Santa Maria della Scala ha deciso di riordinare le proprie sale a partire dalla figura dell’artista che più profondamente vi ha operato. Il nuovo allestimento, già visitabile, non solo mette in luce l’importanza storica dell’artista, ma restituisce anche un contesto coerente e significativo all’istituzione (che all’epoca rispondeva al nome di «Antico Ospedale Santa Maria della Scala») che è stata il suo maggior committente per tutto il corso della sua vita.
Promosso dal Comune di Siena, il progetto nasce da un’idea di Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, con la curatela di Giulio Dalvit, associate curator alla Frick Collection di New York, e comprende anche la pubblicazione della prima monografia critica dedicata all’artista dal 1937 (Vecchietta), sempre a cura di Giulio Dalvit. Il volume è edito da Paul Holberton Publishing di Londra ed è stato pubblicato in collaborazione con la Frick Collection di New York e vede, per l’edizione in italiano, il contributo della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala.
«Il nuovo allestimento del Santa Maria della Scala dedicato al Vecchietta rappresenta un momento di grande orgoglio per la nostra città e per la sua comunità, ha dichiarato la sindaca di Siena, Nicoletta Fabio. Questo progetto, reso possibile grazie alla collaborazione tra istituzioni, studiosi e realtà internazionali, mostra come Siena sappia guardare al proprio patrimonio con spirito innovativo, costruendo ponti tra passato e futuro. Il Santa Maria della Scala […] torna a essere non solo un luogo di memoria, ma uno spazio vivo di conoscenza, dialogo e responsabilità civica, capace di parlare al mondo con la forza della sua storia e con la visione di una città che continua a credere nella cultura come motore di coesione e di sviluppo».
«Il riallestimento del piano monumentale del Santa Maria della Scala rappresenta un momento storico per il complesso museale: ne restituiamo al pubblico la parte maggiormente identitaria, il cuore originario della sua visione, ha detto Cristiano Leone. Al centro di questa operazione c’è il Vecchietta, figura cardine della Siena rinascimentale, il cui lavoro per l’antico ospedale definì un modello unico di dialogo tra arte, architettura e cura. Attraverso un rigoroso ripensamento, abbiamo riportato ordine e senso al complesso, rendendo leggibili e armoniche le relazioni tra gli affreschi, le sculture e le architetture che li accolgono. La grande monografia bilingue dedicata all’artista […], non è solo un risultato editoriale, ma l’emblema di un metodo: quello di un museo che guarda al proprio patrimonio con la profondità della ricerca e con una visione internazionale».
Oggetto dell’intervento permanente, che costituisce la nuova visione del Santa Maria della Scala, sono • il Pellegrinaio, che torna al centro della visita del museo, sgombrato da allestimenti invadenti, con il suo monumentale ciclo di affreschi che narrano la storia dell’ente, dove, sulla parete di sinistra, la «Visione del beato Sorore» (1441) del Vecchietta, sua prima opera firmata, racconta la fondazione dell’Antico Ospedale; • la Sagrestia Vecchia, che ritrova la sua funzione di reliquiario architettonico, proprio come l’artista l’aveva pensata tra il 1445 e il 1449, affrescata con il «Credo apostolico» lungo le lunette della sala, di nuovo leggibile senza ostacoli visivi; • l’Arliquiera, l’armadio ligneo dipinto dal Vecchietta nel 1445 per custodire le reliquie, che ritrova la sua collocazione all’interno della Sagrestia Vecchia, in prossimità dell’area dove era originariamente; e infine • il Cristo bronzeo (1476), realizzato dall’artista per la propria cappella funebre, oggi sull’altare maggiore della Santissima Annunziata, che grazie a una nuova struttura architettonica sarà per la prima volta osservabile da vicino. Una menzione speciale per Chianti Banca, che ha sostenuto parte dell’intervento di riallestimento tramite erogazione liberale con ArtBonus.
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