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«Black Belt» (1934), di Archibald J. Motley, Jr. Collezione del Hampton University Museum, Hampton, Virginia © Proprietà di Archibald John Motley Jr. Tutti i diritti riservati 2023 / Bridgeman. Cortesia della Hampton University (particolare)

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«Black Belt» (1934), di Archibald J. Motley, Jr. Collezione del Hampton University Museum, Hampton, Virginia © Proprietà di Archibald John Motley Jr. Tutti i diritti riservati 2023 / Bridgeman. Cortesia della Hampton University (particolare)

Il Rinascimento di Harlem al Met di New York

A 55 anni di distanza, la cultura afroamericana torna nel museo newyorkese

Maurita Cardone

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Tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, il quartiere di Harlem, nel nord di Manhattan, fu al centro di un fermento creativo che rivelò all’America e al mondo la ricchezza culturale della popolazione di origini africane liberata dalla schiavitù appena cinquant’anni prima. A quel periodo, noto come il Rinascimento di Harlem, è dedicata la mostra «The Harlem Renaissance and Transatlantic Modernism», allestita al Metropolitan Museum of Art dal 25 febbraio al 28 luglio.

Attraverso circa 160 opere tra pittura, scultura, fotografia, film e oggetti d’epoca, la mostra si concentra sugli anni che seguirono la grande migrazione che portò milioni di cittadini neri ad abbandonare il Sud rurale e segregato per le opportunità che offrivano le grandi città moderne del Nord. Fu con questi spostamenti che nei centri urbani iniziarono a crearsi comunità nere in cui la ricca cultura afroamericana fioriva e incontrava il favore del pubblico. Harlem divenne una mecca culturale, culla di una straordinaria generazione di artisti neri che seppero rompere stereotipi e barriere razziali, affermando la propria autonomia artistica.

La mostra esplora rappresentazioni della vita quotidiana nel contesto urbano che accoglieva questi nuovi newyorkesi e mette in luce la profonda influenza che quella produzione artistica ebbe sullo sviluppo dell’arte moderna a livello mondiale. Opere di artisti come Charles Alston, Aaron Douglas, Meta Warrick Fuller, William H. Johnson, Archibald Motley, Winold Reiss, Augusta Savage, James Van Der Zee e Laura Wheeler Waring sono presentate all’interno di un allestimento immersivo che racconta l’impatto prodotto da quelle opere sulla società americana, che per la prima volta si ritrovò a confrontarsi con rappresentazioni autentiche della quotidianità delle comunità nere. Allo stesso tempo la mostra vuole mettere in relazione quelle rappresentazioni con lo sguardo della cultura dominante: le opere sono infatti esposte in giustapposizione con ritratti di soggetti africani e della diaspora da parte di noti artisti europei come Henri Matisse, Edvard Munch e Pablo Picasso, evidenziando l’interconnessione tra movimenti artistici attraverso continenti e culture.

La mostra, la prima dedicata al tema da un museo d’arte newyorkese dal 1987, sembra voler essere una correzione, a oltre cinquant’anni di distanza, di un’altra mostra organizzata dallo stesso Met nel 1969, dal titolo «Harlem on My Mind: Cultural Capital of Black America 1900-1968», che si proponeva di documentare la vita ad Harlem attraverso fotografie, film e registrazioni audio, causando però aspre contestazioni da parte della comunità nera che l’accusò di essere una mera esplorazione etnografica che non valorizzava la produzione dei tanti artisti di Harlem.

«Black Belt» (1934), di Archibald J. Motley, Jr. Collezione del Hampton University Museum, Hampton, Virginia © Proprietà di Archibald John Motley Jr. Tutti i diritti riservati 2023 / Bridgeman. Cortesia della Hampton University (particolare)

Maurita Cardone, 23 febbraio 2024 | © Riproduzione riservata

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