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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliCon l’acquisto del Mausoleo di Sant’Urbano al IV miglio dell’Appia Antica, il Mibact chiude una delle ferite più dolorose della storia moderna della Regina Viarum: il monumentale sepolcro in laterizi, eretto nel IV secolo d.C., era stato intaccato, lungo le sue imponenti mura alte 10 metri, da manomissioni apportate dagli ultimi proprietari, tra cui un forno a legna.
L’acquisto, costato 491mila euro, è l’esito di una contesa legale con i proprietari avviata nel 2017 da Rita Paris, allora direttrice del Parco archeologico dell’Appia Antica, e terminata dall’attuale direttore, Simone Quilici. «Il mausoleo è diventato negli anni un simbolo della deturpazione e degli abusi, commenta Quilici, che in questa zona erano impunemente perpetrati a danno dei beni culturali nonostante le innumerevoli denunce di tanti intellettuali, tra cui Antonio Cederna».
Ora si avrà invece modo di restaurare l’antica tomba e di restituirla alla fruizione pubblica, secondo un piano di indagine e ripristino a cui collaborano anche le funzionarie Mara Pontisso e Clara Spallino. Forse sarà possibile risalire anche alla facoltosa famiglia che lo fece erigere. Perché nulla ha in verità a che fare con il martire Sant’Urbano del IV secolo il sepolcro dell’Appia: l’intitolazione è frutto di una leggenda medievale.
Secondo il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, «l'acquisizione del Mausoleo di Sant'Urbano da parte del Parco è l'inizio di un percorso che aprirà ai cittadini questo sito straordinario, arricchendo così l'esperienza di visita della più grande area archeologica al mondo».

Il mausoleo di Sant'Urbano al IV miglio dell'Appia Antica. Foto Alinari
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