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Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliSe si pensa a Pontus Hultén (Svezia, 1924-2006) è inevitabile pensare al Moderna Museet di Stoccolma e di conseguenza alla coppia formata da Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, che chiamò, in quanto direttore, per realizzare nel 1966 un’opera rimasta indelebile nelle menti di ogni spettatore che ebbe la possibilità di passarci attraverso. «Hon/Elle», una sagoma di donna stesa sulla schiena con le gambe divaricate, accoglieva il pubblico dal proprio sesso, invitandolo a percorrere i 28 metri di lunghezza dall’interno.
Attorno a queste tre figure è stata costruita la mostra «Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, Pontus Hulten» al Grand Palais di Parigi (fino al 4 gennaio 2026), ma è solo al genio svedese che è dedicato il convegno «Colloque international: Pontus Hultén. Retour à la source». Nelle giornate del 20 e del 21 novembre, infatti, si susseguiranno numerosi interventi tenuti da figure influenti del mondo dell’arte, ma anche da coloro che l’hanno conosciuto e che con lui hanno lavorato.
Hultén arrivò a Parigi nel 1973 e qui fondò il Centre Pompidou quattro anni dopo, ricoprendo la carica di primo direttore dell’istituzione dal 1977 al 1981. Oggi il museo rende omaggio all’«attore istituzionale dal percorso inclassificabile, anticonformista, persino eretico, sostenitore della multidisciplinarità e della visione di un museo radicato nella vita», come precisa nella comunicazione dell’evento, ma non lo potrà ospitare a causa della chiusura per ristrutturazione. Pertanto, le due giornate saranno ospitate nell’auditorium del Grand Palais e nell’auditorium Jacqueline Lichtenstein dell’Institut national d’histoire de l’art.
Sophie Duplaix, conservatrice a capo delle collezioni contemporanee al Beaubourg, introdurrà la prima giornata, con interventi di Andres Pardey, conservatore e vicedirettore del Museo Tinguely di Basilea, Claes Britton, giornalista e biografo di Hultén, e Bernadette Dufrêne, professoressa all’Università Paris Nanterre. Alla fine, sarà proiettato il documentario «Pontus Hultén: Succéerna och Brilloskandalen» (2024) della regista Ann-Linn Guillou, in sua presenza.
Il 21 parleranno lo storico dell’arte Remi Parcollet, a proposito del rapporto tra Hultén e la fotografia, l’artista e grafica Stina Pariente Gromark, sul suo «universo stampato», e Boris Hamzeian, architetto e ricercatore post-dottorato in Storia e Teorie dell'Architettura, sul ruolo che il fondatore/direttore ebbe nel progetto architettonico dell'istituzione parigina.
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