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Estudio Campana, Alligator Banquete, 2002. Photo by Gabriela Bernd

Courtesy of Estudio Campana

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Estudio Campana, Alligator Banquete, 2002. Photo by Gabriela Bernd

Courtesy of Estudio Campana

Il Centre Pompidou acquisisce 70 opere dei designer brasiliani Fernando e Humberto Campana

 La più grande acquisizione di opere di un designer ancora in vita nella storia dell'Istituzione francese

Margherita Panaciciu

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Parigi accoglie un frammento della creatività latinoamericana. L’Istituto Campana, in collaborazione con la galleria Friedman Benda e il Centre Pompidou, ha annunciato un’iniziativa di portata storica per preservare e promuovere il lavoro dei fratelli Fernando (1961–2022) e Humberto Campana (n. 1953), co-fondatori dell’Estúdio Campana, tra le realtà più influenti del design internazionale contemporaneo.

L’accordo prevede l’acquisizione da parte del museo parigino di circa 70 opere emblematiche, provenienti in gran parte dall’archivio dell’Istituto Campana a Brotas, nello stato brasiliano di San Paolo, che conserva oltre 6.000 pezzi. La selezione comprende contributi anche da partner storici come Edra, Louis Vuitton, Alessi e Bernardaud, sottolineando la rete di collaborazioni internazionali che ha reso i Campana figure centrali nel panorama globale.

L’annuncio segue un anno particolarmente significativo per lo studio: il 2024 ha segnato il 40º anniversario della sua fondazione, celebrando quattro decenni di una pratica che ha saputo unire design, arte e artigianato in un linguaggio visivo assolutamente originale. Iconiche per la loro capacità di fondere materiali poveri, tecniche tradizionali e una poetica tutta brasiliana, le opere dei Campana raccontano un design che è al contempo gesto politico, atto culturale e invenzione formale.

Il rapporto tra Estúdio Campana e il Centre Pompidou non è nuovo. È iniziato nel 2004 con l’acquisizione delle sedie «Vermelha» (1998) e «Favela» (2003), simboli di una nuova estetica che sfidava le gerarchie del design industriale. Negli ultimi due decenni, il dialogo si è rafforzato attraverso la partecipazione a mostre come «Face to Face: Arcimboldo» (2021) e «Repetition» (2023), ospitate dal Centre Pompidou-Metz e curate da Marie-Ange Brayer e Chiara Parisi.

Cuore pulsante della nuova collaborazione è la donazione di due installazioni fondamentali: «Pele» (2021) e «Surveillance» (2021), lavori recenti che testimoniano la continua capacità dello studio di interrogare il presente con uno sguardo critico e visionario. Con questa iniziativa, il Centre Pompidou si conferma non solo custode, ma anche amplificatore delle traiettorie più vitali e coraggiose del design globale. E l’Estúdio Campana, con il suo linguaggio dirompente e identificativo, trova una casa che ne riconosce il valore culturale e la portata storica.

 

Margherita Panaciciu, 04 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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