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Una veduta del complesso della Certosa di Pavia

Foto: Maurizio Montagna

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Una veduta del complesso della Certosa di Pavia

Foto: Maurizio Montagna

I Cistercensi lasceranno la Certosa di Pavia, che verrà gestita dal Ministero della Cultura

La decisione avrà effetto dall’inizio del prossimo anno. I monaci vi risiedevano in forma stabile dal 1968

Gaspare Melchiorri

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Con effetto a partire dal primo gennaio 2026, i monaci cistercensi della Congregazione Casamariensis lasceranno il Complesso monumentale della Certosa di Pavia, dove risiedono in forma stabile dal 1968. Il sito, capolavoro lombardo dell’arte tardomedievale e rinascimentale, sarà quindi unicamente gestito dal MiC-Ministero della Cultura attraverso la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia.

La Direzione esprime sincero dispiacere per l’ormai imminente partenza della comunità monastica, dettata da decisioni autonome del Capitolo, delle quali prende atto con rammarico ma contemporaneamente con rispetto e senso di responsabilità, accettando con entusiasmo e determinazione le sfide che si schiudono davanti alla prospettiva di un nuovo modello di gestione.

«Abbiamo fatto il possibile per convincere i monaci a restare, ma al di là dei tentativi di persuasione la decisione non competeva a noi», dichiara Rosario Maria Anzalone, direttore dei musei statali lombardi. «Il nostro obiettivo è adesso non soltanto garantire continuità nella cura e valorizzazione di questo straordinario complesso, ma soprattutto migliorarne le condizioni di accesso e fruizione, ampliando l’orario di apertura e introducendo un biglietto di ingresso. Quest’ultimo contribuirà a sostenere i non trascurabili oneri di gestione che, in un sito attualmente sprovvisto di personale di vigilanza ministeriale, includono anche i costi per il servizio di accoglienza e custodia.

Siamo al contempo impegnati affinché la Certosa mantenga la sua essenza di luogo della fede e tempio del culto cristiano, anche in assenza di una comunità monastica stabile. Crediamo fermamente che il Complesso Monumentale della Certosa di Pavia abbia un grande potenziale inespresso che, attraverso un lavoro sapiente di recupero e valorizzazione, potrà proiettarlo in breve nel novero dei grandi attrattori culturali a livello nazionale, fungendo al contempo da volano di sviluppo territoriale».

Per guidare questa transizione, la Direzione regionale, d’intesa e grazie al contributo di Fondazione Cariplo, ha affidato alla Fondazione Fitzcarraldo di Torino l’incarico di elaborare un piano strategico di sviluppo per accompagnare il rilancio della Certosa, favorirne il radicamento territoriale e garantire piena efficacia ed efficienza nella gestione di un sito così vasto e complesso e nell’investimento di risorse pubbliche e private.

Una progettualità lungimirante e partecipata, svolta nel territorio e per il territorio, in funzione della quale entro la fine dell’anno saranno organizzati presso la Certosa di Pavia i primi incontri e focus group con gli stakeholder (ad esempio enti locali, istituzioni religiose, enti di ricerca, associazioni culturali, mondo imprenditoriale e finanziario).

La Certosa di Pavia è uno dei luoghi simbolo del patrimonio lombardo, visitato ogni anno da oltre 100mila persone. Dichiarata monumento nazionale nel 1866, rappresenta una testimonianza unica di arte, fede e storia, che continuerà ad essere tutelata e resa fruibile al pubblico.

Gaspare Melchiorri, 17 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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