Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Guida. Gli artisti e i Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia 2026

La lista in continuo aggiornamento di tutti i protagonisti della più importante manifestazione espositiva del mondo, in programma dal 9 maggio al 22 novembre 2026

Davide Landoni

Leggi i suoi articoli

Australia

Artista: Khaled Sabsabi
Curatela: Michael Dagostino
Sede: Giardini

Selezionato, cancellato, riabilitato. Il progetto ideato da Khaled Sabsabi e Michael Dagostino ha vissuto alti e bassi nell'avvicinamenti alla Biennale, ma ora sembra definitivamente confermato. A metterlo in crisi furono le critiche provenienti dagli ambienti più conservatori, che avevano portato gli organizzatori dell'evento a cambiare direzione. Ma l'impegno della comunità artistica australiana a favore del duo ha portato a un nuovo dietrofront. A preoccupare erano i temi su cui Sabsabi si concentra nella sua attività: l'islamofobia, le esperienze degli immigrati e l'identità araba.

 

Austria

Seaworld Venice
Artista: Florentina Holzinger
Curatela: Nora-Swantje Almes
Sede: Giardini

Si sente eccome l'eco dell'azionismo viennese nell'attività di Florentina Holzinger (Vienna, 1986), nota per le sue performance che mettono alla prova i limiti della sopportazione del pubblico. Femminismo e provocazione si uniscono in una pratica che spesso coinvolge scene di sesso esplicite e violente, ferite reali e sangue, acrobazie da brivido e nudità. Non è ancora chiaro cosa di questo verrà proposto anche a Venezia.

 

Belgio

Artista: Miet Warlop
Curatela: Caroline Dumalin
Sede: Giardini

Attiva tra Ginevra e Bruxelles, Miet Warlop è tra le performer artist più attenzionate e apprezzate dalla critica internazionale. A Venezia presenterà un progetto che mira a coinvolgere il pubblico in un ballo collettivo, collaborando con tutti alla creazione di una «scultura vivente e musicale, che sarà rappresentata ogni giorno», nella speranza di «trasmettere gioia di vivere in una società sempre più solitaria».

 

Canada

Artista: Abbas Akhavan
Curatela: Kim Nguyen
Sede: Giardini

Video, scultura, disegno, installazione e performance si uniscono nell'arte di Abbas Akhavan, nato a Teheran nel 1977 e oggi attivo tra Montreal e Berlino. L'obiettivo? Interrogare la storia dei luoghi e delle persone che li vivono. Inevitabile, dunque, che il suo lavoro sia influenzato dalle caratteristiche uniche dei luoghi in cui opera, tra cui l'architettura, l'economia del posto e le persone che lo frequentano.

 

Danimarca

Completely Surreal
Artista: Maja Malou Lyse
Sede: Giardini

Nata nel 1993, Maja Malou Lyse rappresenterà la Danimarca alla 61ª Biennale di Venezia, diventando l'artista più giovane mai selezionata per esporre al Padiglione danese. L'artista trentunenne, descritta come “la femminista di quarta ondata dell'arte danese”, fonde media moderni come video e testi digitali con formati contemporanei popolari come la televisione, i cartelloni pubblicitari e i social media, per esplorare le dinamiche di desiderio e potere che permeano la nostra vita quotidiana. Non è escluso che a Venezia possa proporre elementi performativi, come già sperimentato in sedi istituzionali come la National Gallery of Denmark, la Tate Modern di Londra e il Moderna Museet di Stoccolma.
 

 

Estonia

Artista: Merike Estna

Ammantati da un fascino fantastico e tendente all'astratto, i lavori pittorici di Merike Estna (1980) trattano temi politici e socialmente urgenti. Divisa tra Tallinn e Città del Messico, nella sua pratica l'artista include elementi artigianali, oppure tratti dalla quotidianità, creando opere dall'estetica teatrale. E che non a caso sono spesso state utilizzate come scenografie per performance artistiche.

 

Un'opera di Maja Malou Lyse, che rappresenterà la Danimarca a Venezia

Finlandia

Artista: Jenna Sutela
Curatela: Stefanie Hessler
Sede: Giardini

Nata a Turku nel 1983 ma attualmente localizzata a Berlino, Jenna Sutela incorpora nella sua pratica artistica discipline scientifiche di ogni tipo, dalla biologia all'informatica, fino all'astronomia. Tutto canalizzato in installazioni scultoree viventi, che si compongono di immagini e suoni. Il pubblico italiano la ricorderà forse per «Pond Brain» (2023), opera tra le sue più note che fu esposta anche al Castello di Rivoli, vicino Torino. Si tratta di una ciotola in bronzo che a prima vista ricorda una fontana, ma che toccata dai visitatori si trasforma in uno strumento musicale grazie alle vibrazioni dell'acqua e alla guida di un'intelligenza artificiale.

 

Francia

Artista: Yto Barrada
Curatela: Myriam Ben Salah
Sede: Giardini

Questioni geopolitiche come la crisi climatica, l'immigrazione e il postcolonialismo sono al centro della ricerca dell'artista franco-marocchina Yto Barrada, nata a Parigi nel 1971 ma cresciuta principalmente a Tangeri, in Marocco. Qui ha realizzato i suoi primi reportage fotografici, come «A Life Full of Holes»(1998), in cui ha rappresentato l'esistenza transitoria dei migranti che tentavano di fuggire in Europa. Oltre alla fotografia, l'autrice sperimenta anche con i video e la tessitura.

 

Galles

Artista: Manon Awst
Curatela: Dylan Huw

Nata nel 1983, Manon Awst fa ricorso a scultura, installazione e performance per indagare l'identità, il paesaggio e la materia di cui si compongono i luoghi. Il suo progetto, assicura, promuoverà «la sostenibilità, la collaborazione e le tradizioni gallesi di “liveness” e cynghanedd"», traducibili con «concinnità» e «armonia». Le sculture e le opere d'arte site-specific di Awst sono intessute di narrazioni ecologiche, che si concentrano in particolare sulla tensione tra strutture umane e non umane. Il modo in cui i materiali trasformano i luoghi e le comunità è al centro della sua ricerca creativa.
 

 

Germania

Artisti: Henrike Naumann e Sung Tieu
Curatela: Kathleen Reinhardt
Sede: Giardini

Sung Tieu e Henrike Naumann sono noti per l'analisi dei sistemi politici e storici attraverso grandi installazioni immersive. «Con il loro lavoro concettuale e scultoreo, Sung Tieu e Henrike Naumann pongono domande sulla responsabilità storica», ha affermato la curatrice Kathleen Reinhardt. Naumann riflette sui problemi socio-politici attraverso il design e gli interni. Esplora l'attrito tra opinioni politiche opposte attraverso la lente del gusto e dell'estetica personale quotidiana. La pratica di Tieu esamina le conseguenze durature della Guerra Fredda, i legami coloniali e i sottili meccanismi del potere istituzionale. Riflette gli effetti sociali e psicologici della migrazione, della burocrazia e del controllo. Attraverso sculture, oggetti trovati, suoni, video, fotografie, testi e materiale d'archivio, Tieu costruisce installazioni spazialmente dense, ambienti in cui le strutture politiche e l'esperienza personale convergono e si confondono.

 

Gran Bretagna

Artista: Lubaina Himid
Sede: Giardini

Tra le fondatrici del Black British Art Movement negli anni '80, Lubaina Himid, che è anche curatrice, è nota soprattutto per aver dato visibilità alle artiste afroamericane con mostre seminali come «Five Black Women» all'Africa Center di Londra nel 1983 e «The Thin Black Line» all'ICA di Londra nel 1985. Nel 2017 ha vinto il Turner Prize, diventando l'artista più anziana a ricevere questo premio all'età di 63 anni, e nel 2018 è stata insignita del titolo di CBE (Commander of the Order of the British Empire) per il suo contributo alle arti.

 

Ungheria

Artista: Endre Koronczi
Curatela: Luca Cserhalmi
Sede: Giardini

Nato a Budapest nel 1968, l'artista concettuale Endre Kornoczi negli ultimi dieci anni ha lavorato prevalentemente sfruttando il vento e, sebbene non sia ancora stato rivelato molto sul progetto veneziano, il contenuto continuerà  lungo lo stesso filone. Poeticamente, l'autore associa l'aria all'universo trascendente del pensiero. Uno spunto da cui Koronczi parte per una ricerca fittizia sulle forme del respiro cosmico, che lui identifica con il movimento dell'aria. La mostra traccerà quindi un parallelo tra il movimento dell'aria e il mondo trascendente del pensiero, richiamando l'attenzione sulla complessità dell'esperienza che deriva dal vivere intuitivamente il nostro ambiente.

 

Amina Agueznay, Waha (2024). Courtesy l'artista e Loft Art Gallery

Islanda

Artista: Ásta Fanney Sigurðardóttir
Sede: Arsenale

Ásta Fanney Sigurðardóttir, nata nel 1987 e residente a Reykjavíked, è nota per la sua pratica multidisciplinare che unisce i media tradizionali dell'arte visiva - dal disegno alla scultura - con il suono, il testo e l'immagine in movimento. Poetessa e autrice di cinque libri, si esibisce spesso dal vivo sfumando i confini tra letteratura, teatro e arte visiva.

 

Irlanda

Artista: Isabel Nolan
Curatela: Georgina Jackson, The Douglas Hyde Gallery of Contemporary Art
Sede: Arsenale

Nata a Dublino nel 1974, Isabel Nolan si ispira alla storia dell'uomo e dell'universo, muovendo dall'antichità alle figure letterarie, dalle reliquie religiose ai fenomeni cosmologici, per realizzare opere che spaziano da piccole sculture e disegni a vaste strutture monumentali. «Tra i motivi ricorrenti della sua opera ci sono archi, lampadari caduti, onde impetuose e soli morenti: immagini che risuoneranno in modo drammatico nell'Arsenale», ha affermato la curatrice Georgina Jackson.

 

Giappone

Artista: Ei Arakawa-Nash
Co-Curatela: Lisa Horikawa, Mizuki Takahashi
Sede: Giardini

Nata a Fukushima nel 1977, ma attualmente residente a Los Angeles, Ei Arakawa-Nash è un'artista performativa giapponese-americana la cui pratica reinterpreta movimenti del XX secolo come gli happening, il Gutai e l'Azionismo viennese. La maggior parte dei sui lavori hanno un carattere collaborativo e partecipativo. Come «Mega Please Draw Freely», installato nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra nel 2021. La sua performance a Venezia sarà ispirata alla sua esperienza di genitore queer.

 

Corea del Sud

Artisti: Choi Geon, Hyeree Ro
Curatela: Binna Choi
Sede: Giardini

Per Venezia 2026, Choi Geon e Hyeree Ro stanno lavorando a un progetto che prenderà le mosse dai concetti di «fortezza» e «nido», con l'intento di di trasformare il padiglione in «uno spazio monumentale progettato per incanalare lo stato di conflitto sociale e caos in energia cinetica dinamica e inclusiva».

 

Kosovo

Strong Teeth
Artista: Brilant Milazimi
Curatela: José Esparza Chong Cuy

Surreali e onirici, ma anche giocosi e inquietanti. I dipinti di Brilant Milazimi appaiono leggeri ma nascondono un lato inquietante, promettono di portare a Venezia una serie di «figure sospese in una tensione silenziosa, che incarnano stati irrisolti di attesa, stabilità e moderazione». Forse uno specchio del mondo che stiamo vivendo, fatto di insicurezza generalizzata e una crisi sotterranea, che permea le nostre vite senza che ce ne accorgiamo.

 

Lettonia

Untamed Assembly: Backstage of Utopia
Artisti: Untamed Fashion Assemblies (Bruno Birmanis), MAREUNROL’S
Curatela: Inga Lāce, Adomas Narkevičius
Sede: Arsenale

Per il suo progetto in Biennale, Bruno Birmanis, stilista e interior designer, guarda alla Lettonia anni '90 e agli eventi dedicati alla moda d'avanguardia. Occasioni uniche di espressione artistica in un momento in cui il Paese stava ridefinendo se stesso nell'era post-sovietica. In mostra materiale d'archivio, ma anche una serie di opere originali prodotte dall'artista insieme al duo di designer Mareunrol.

 

Endre Koronczi

Libano

Artista: Nabil Nahas
Curatela: Nada Ghandour
Sede: Arsenale

Artista esperto (1949), Nabil Nahas è noto per i suoi dipinti di grandi dimensioni, i quali coniugano elementi geometrici e naturali, forme organiche astratte ispirate ai motivi che si trovano naturalmente sugli alberi autoctoni del Libano, tra cui cedri, ulivi e palme.

 

Lituania

Warm Blooded and Earthbound
Artista: Eglė Budvytytė

Eglé Budvytyté utilizza vari media audiovisivi come il video o la radio per esplorare il confine sfumato tra finzione e realtà, creando scenari in parte messi in scena e in parte improvvisati. La sua pratica artistica abbraccia il suono, la performance e l'immagine in movimento, attraverso i quali indaga il potere della collettività, della vulnerabilità e delle relazioni permeabili tra i corpi, il pubblico e l'ambiente. La sua mostra al Padiglione si ispira alle ricerche e alle teorie dell'archeologa lituana Marija Gimbutas sulla spiritualità neolitica e sull'indivisibilità del sacro dal quotidiano.

 

Lussemburgo

Artista: Aline Bouvy
Curatela: Stilbé Schroeder
Sede: Arsenale, Sale d'Armi

Qual è lo status politico del corpo nel 2025? Siamo più o meno limitati rispetto al passato? Da queste domande parte l'indagine artistico-sociale di Aline Bouvy (1974), che nella sua pratica sfrutta il corpo - ovvero il mezzo attraverso cui viviamo esperienze sensoriali, piacevoli o meno - per innescare riflessioni di ampio respiro. «Sebbene le sue opere contengano una forte carica sensoriale legata all'identità e ai tabù, la storia dei corpi, sia maschili che femminili, viene evocata nelle loro relazioni latenti e sessuali, domestiche, intime e politiche», si legge nella nota che introduce al progetto che porterà in laguna.

 

Malta

No Need to Sparkle
Artisti: Adrian Abela, Charlie Cauchi, Raphael Vella
Curatela: Margerita Pulè
Sede: Arsenale

Gli artisti coinvolti descrivono il loro progetto come un «invito ad arrendersi all'incertezza e ad abbracciare il ‘dubbio positivo’ come filosofia dei nostri tempi instabili». In un discorso collettivo sempre più polarizzato, le opere esposte presenteranno invece «finzioni stratificate e realtà mutevoli, che ci conducono lungo percorsi inaspettati». Il padiglione propone uno spazio che va contro le convinzioni politiche rumorose e rumorose, e ripone invece la sua fiducia in una radicale incertezza, attraverso tre lavori in cui l'ideologia crolla sotto il peso di temi universali che superano ogni relativismo.

 

Messico

Actos invisibles para sostener el universo [Invisible acts to sustain the universe] 
Artisti: RojoNegro (María Sosa, Noé Martínez)
Curatela: Jessica Berlanga Taylor
Sede: Arsenale, Sale d'Armi

La proposta di RojoNegro, duo composto da María Sosa (1985) e Noé Martínez (1986), ha convinto la commissione per il suo quadro concettuale e la sua capacità di articolare visioni sensibili, puntuali e critiche. La proposta affronta temi urgenti come la memoria ancestrale, la giustizia epistemica, la decolonizzazione e l'ecologia relazionale, attingendo alle cosmogonie indigene, afro-discendenti e contadine non come riferimenti esterni, ma come matrici viventi di pensiero che plasmano le loro forme di creazione, connessione e immaginazione.

 

Marocco

Asǝṭṭa project
Artista: Amina Agueznay
Curatela: Meryem Berrada

L'artista Amina Agueznay, la cui pratica artistica affonda le sue radici nell'identità nazionale e nella collaborazione con le artigiane di Marrakech, proporrà un'«esplorazione stratificata del patrimonio, della memoria e della trasformazione del Marocco», in quella che è la prima partecipazione del Paese alla Biennale di Venezia, dopo la cancellazione del primo padiglione previsto per il 2024.

 

Brilant Milazimi, Let’s see

Nuova Zelanda

Artista: Fiona Pardington
Sede: Arsenale

Fiona Pardington guida il ritorno della Nuova Zelanda alla Biennale di Venezia, dopo che nel 2024 il Paese aveva dovuto rinunciare a causa di risorse inadeguate. Rimane da vedere, esattamente, in che modo. Nel corso della sua carriera l'autrice si è distinta in particolare per le raffinate nature morte, così come per gli studi sulle collezioni museali. 

 

Paesi del Nord (Finlandia, Norvegia, Svezia)

Artisti: Klara Kristalova, Benjamin Orlow, Tori Wrånes
Curatela: Anna Mustonen
Sede: Giardini

Ruotano, i tre Paesi, nell'organizzare il Padiglione. Nel 2026 tocca alla Finlandia, che propone un trio di autori che si confrontano con tre medium differenti: scultura, installazione e performance. La loro presentazione a Venezia mira a fondere la storia e la tradizione locale (su tutte la mitologia nordica) con la modernità e la globalità, in modo da esplorare temi urgenti come l'identità e l'uguaglianza.

 

Nord Macedonia

Pieta in the Veils of Urgency
Artista: Velimir Žernovski

Si ispira alla «Pietà» di Michelangelo il progetto ideato da Velimir Zhernovski (1981), solitamente focalizzato su temi quali la sessualità e l'identità di genere. Declinati attraverso il disegno, la videoarte e l'installazione. Poco si sa sul progetto, ma secondo gli organizzatori sarà «originale e compatto, al di là degli stereotipi e degli standard della pratica visiva».

 

Olanda

Artista: Dries Verhoeven
Curatela: Rieke Vos
Sede: Giardini

Tensioni geopolitiche e incertezza sociale al centro della ricerca di Verhoeven (1976), autore di installazioni, video, performance e testi teatrali. Opere in cui fanno spesso capolino prostitute, lavoratori, migranti e senzatetto, i quali affrontano senza ipocrisie i paradossi del sistema capitalistico.

 

Scozia

Artisti: Bugarin + Castle (Davide Bugarin e Angel Cohn Castle)
Curatela: Mount Stuart Trust

«Il nostro obiettivo è quello di mettere in discussione le narrazioni semplicistiche sul controverso terreno dell'identità», dichiara il duo di performer conosciutisi mentre si esibivano in un cabaret queer a Edimburgo. Non si sa molto del progetto per la Biennale, se non che promettono di «trasformare lo spazio con interventi d'ispirazione drag che affrontano questioni di genere e controllo coloniale». 

 

Singapore

Artista: Amanda Heng
Curatela: Selene Yap
Sede: Arsenale, Sale d'Armi

Il corpo come fulcro delle installazioni, della fotografia, della performance e dell'arte partecipativa di Amanda Heng, che arriva a Venezia come figura di spicco della scena artistica singaporiana dagli anni '80 in poi, tanto da ricevere nel 2010 uno dei più alti riconoscimenti del Paese, il Cultural Medallion.

 

LI Yi-Fan, important_message.mp4, 2019-2020

Spagna

Los restos [The remains] 
Artista: Oriol Vilanova
Curatela: Carles Guerra
Sede: Giardini

Oriol Vilanova presenterà a Venezia il risultato di un progetto ventennale dedicato alla raccolta di cartoline da mercati e negozi di seconda mano. Questi frammenti scartati della corrispondenza personale quotidiana costituiscono una banca di informazioni sulle modalità con cui comunichiamo e creiamo ricordi, nonché sulla fragilità di questo processo. Come organizzare una tale mole di materiale? Questi piccoli simboli dell'esperienza umana passata meritano di essere conservati?

 

Svizzera

The Unfinished Business of Living Together
Artisti: Un collettivo composto da Gianmaria Andreetta, Luca Beeler, Nina Wakeford, Miriam Laura Leonardi, Lithic Alliance e Yul Tomatala
Sede: Giardini

Il progetto esplorerà i nostri sistemi comunitari, la capacità e i limiti dell'essere umano in materia di coesione sociale e tolleranza. Lo stesso gruppo di artisti - eterogeneo per età, lingua ed estrazione sociale - rappresenta un primo campione di analisi. Nel progetto il collettivo esplorerà quindi le odierne forme di convivenza. Ispirato a una trasmissione di «Telearena» della televisione svizzera del 1978, nella quale si discutevano in modo controverso questioni sull’orientamento sessuale, «The Unfinished Business of Living Together» vuole affrontare le condizioni e le opportunità di tolleranza e appartenenza nonché le forme di divisione sociale.

 

Taiwan

Artista: Li Yi-Fan
Sede: Palazzo delle Prigioni

Li Yan-fan, con sede a Taipei, lavora con i media digitali, dando vita a narrazioni surreali e umoristiche attraverso programmi da lui stesso sviluppati. Nel 2023 ha debuttato alla Biennale di Taipei con il video «What Is Your Favorite Primitive», una parodia di un discorso programmatico delle Big Tech che metteva alla berlina le ambiguità etiche del settore.

 

Ucraina

Security Guarantees
Artista: Zhanna Kadyrova
Curatela: Ksenia Malykh, Leonid Marushchak
Sede: Arsenale, Sale d'Armi

Zhanna Kadyrova lavora con una grande varietà di media, tra cui video, mosaico e performance, per realizzare progetti legati ai temi dello spazio urbano, dell'industria e del consumo, e al loro rapporto con la storia socio-economica dell'Ucraina. A Venezia presenterà il progetto «Security Guarantees», il cui titolo fa riferimento alle garanzie di sicurezza fornite da Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Cina in cambio della rinuncia dell'Ucraina al proprio arsenale nucleare con la firma del Memorandum di Budapest nel 1994. Garanzie violate dalla Russia con l'annessione della Crimea ucraina nel 2014.

 

Davide Landoni, 01 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

I lotti più preziosi che la maison ha raccolto in Italia e venduto a Londra, Parigi, New York e Hong Kong

Più di trenta manifestazioni fieristiche costellano il panorama artistico del prossimo ottobre. C’è spazio per tutti nel mercato dell’arte di oggi?

Dopo l’euforia post Covid, calano le vendite dei grandi lotti e il mercato rallenta. Nel primo semestre, a reggere il meccanismo sono le opere «fresche», mentre le aste rischiano di trasformarsi in vendite private mascherate

Da artista si è spesso confrontato con temi sociali, religiosi e storici, proponendo una visione transculturale del passato e del presente. Ora il suo ruolo gli chiede un impegno politico ancora maggiore

Guida. Gli artisti e i Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia 2026 | Davide Landoni

Guida. Gli artisti e i Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia 2026 | Davide Landoni