Veduta della mostra «Giovan Battista Scultori. Intagliator di stampe e scultore eccellente» nella Sala delle Quattro Colonne di Palazzo Te a Mantova

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Veduta della mostra «Giovan Battista Scultori. Intagliator di stampe e scultore eccellente» nella Sala delle Quattro Colonne di Palazzo Te a Mantova

Giovan Battista Scultori, incisore «più eccellente che nissuno altro»

A Mantova la prima mostra dell’allievo di Giulio Romano, allestita a Palazzo Ducale, consente anche di visitare il Cortile della Cavallerizza, recentemente restaurato

Oggi solo gli studiosi lo conoscono ma nel ’500 Giovanni Battista Scultori (Mantova, 1503-75) era noto ovunque (nella sua arte «più eccellente che nissuno altro», si diceva) per la maestria nell’incisione e nella scultura, non meno che per l’arresto, nel 1567, da parte dell’Inquisizione. 

«Con il suo talento proteiforme (fu abile stuccatore ma anche scultore della pietra, incisore, intagliatore, bronzista), spiega il direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occaso, Giovan Battista Scultori diffuse l’arte mantovana in vari centri italiani e non solo. Lavorò a Verona, Trento, Venezia, Roma e forse anche in Germania, operando per duchi e vescovi, ma anche per l’imperatore Carlo V». Allievo di Giulio Romano, celebrato da Vasari per le sue invenzioni grafiche «molto capricciose» (cioè estrose, ingegnose), l’artista è il protagonista della mostra «Giovan Battista Scultori. Intagliator di stampe e scultore eccellente», visibile fino al 21 luglio nella Camera di Bacco e nella Stanza delle Due Colonne della Palazzina della Rustica, progettata per il Palazzo Ducale di Mantova da Giulio Romano. Rare le stampe di sua mano giunte sino a noi ed è solo grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica se si sono potute riunire per la prima volta le 25 incisioni, le tre lastre di rame e le oreficerie ora esposte insieme a grafiche a lui attribuite e ad altre di mano del dotato allievo Giorgio Ghisi: un insieme di opere che ricompone la «genealogia» che da Giulio Romano, autore della Palazzina, passa per l’allievo Giovanni Battista Scultori (a sua volta padre e maestro di due ottimi incisori, Adamo e Diana) e da lui al non meno geniale allievo Giorgio Ghisi, ricomponendo la costellazione che a Mantova ruotava intorno all’«astro» Giulio. 

La mostra, la prima dedicata a Scultori, mette in luce l’articolato sistema di produzione artistica realizzato da Giulio Romano al suo arrivo a Mantova da Roma, dov’era stato il più brillante allievo di Raffaello. Una realtà che tuttora presenta qualche nodo da sciogliere: qual era il rapporto tra Giulio e Scultori? E quale il ruolo, nell’invenzione delle stampe, dell’eccellente Giovan Battista Bertani? Ma, anche: quali erano le ragioni per cui questi fogli venivano realizzati? Erano prove «di presentazione» con cui questi artisti esibivano la loro maestria o erano destinate al mercato? Gli studi proseguono. 

La mostra, inserita nel percorso di visita del Palazzo Ducale di Mantova ora ampliato grazie al passaggio lungo il Corridore della Cavallerizza, ha un grande valore aggiunto: consente infatti di visitare il meraviglioso Cortile della Cavallerizza, che è stato da poco restaurato, ritrovando la sorprendente policromia originaria, all’interno del più vasto progetto di recupero di spazi, sinora vietati al pubblico, del grandioso complesso. 

Ideato intorno al 1540 per collegare la «Loggia dei marmi» alla Palazzina della Rustica, il corridoio pensile della Cavallerizza, affacciato da un lato sui laghi, dall’altro sull’omonimo Cortile, fu concluso da Bertani, il successore di Giulio come prefetto delle fabbriche dei Gonzaga, ma fu poi ancora un poco modificato a fine secolo. Il Cortile aveva però allora anche un altro nome: era detto Cortile della Mostra, perché lì erano esibiti i cavalli di cui i Gonzaga erano tanto fieri che Federico II volle in Palazzo Te (altro capolavoro giuliesco) la celebre Sala dei Cavalli, con i ritratti di quelli più amati. Di due dei quali volle fosse scritto anche il nome: «Morel favorito» e «Dario». 

Ada Masoero, 08 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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Giovan Battista Scultori, incisore «più eccellente che nissuno altro» | Ada Masoero

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