The Prism (al secolo, Stefano Simontacchi)

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The Prism (al secolo, Stefano Simontacchi)

La caverna cosmica di The Prism

Le opere dell’artista sotto pseudonimo (nel quotidiano Stefano Simontacchi) ora in mostra al Consolato generale d’Italia di New York

Dopo Milano, The Prism (cioè Stefano Simontacchi nella veste di artista) arriva, dal 14 maggio al 14 luglio, con una scelta di sette delle sue ipnotiche opere nel Consolato generale d’Italia a New York (prenotazioni: cg.newyork@esteri.it). Definirle opere, però, è riduttivo, perché si tratta, come spiega lui stesso, di «portali», di soglie da attraversare per entrare in contatto con la propria interiorità più profonda. 

Sono infatti il frutto della pratica trentennale dello yoga da parte del loro autore, che è una figura di primissimo piano nella professione legale e nella vita economica non solo italiana: «Tutto nasce da una ricerca spirituale, spiega Stefano Simontacchi. Ho iniziato realizzando dei disegni scaturiti dalla meditazione. Ne ho regalati alcuni ad amici che ne hanno tratto una ricarica energetica. Ho pensato allora di trasformarli in lavori più complessi e, in tre anni di ricerca con una squadra di persone, abbiamo realizzato le opere (sofisticati light box circolari, luminosi e riflettenti, Ndr) che oggi espongo a New York». 

Prima d’ora i suoi lavori erano stati esposti a Milano, al Teatro Dal Verme e poi in The Bank: due esperienze fortunate che hanno indotto Simontacchi a dar vita, sempre a Milano, a The Prism Core Center, una «piattaforma» creata insieme a Marco Senaldi, filosofo e teorico dell’arte contemporanea, dove, accanto al percorso esperienziale abitato dalle sue opere («una caverna cosmica dove riconnettersi al tutto»), si sviluppa, come puntualizza Senaldi, «un intero progetto che comprende uno spazio fisico di meeting e talk, una piattaforma mediale di scambi, una rete internazionale di relazioni e una produzione di percorsi spirituali, sia fisici sia virtuali, di cui il livello espositivo non è che una sfaccettatura». 

Quindi, «sì, The Prism sono io, conferma Simontacchi, e con questo aka firmo i miei lavori, ma The Prism è al tempo stesso un progetto più vasto, una piattaforma dove ci si confronta e dove, in futuro, potremmo ospitare altri artisti che siano in assonanza con la mia ricerca». Il che non significa che Simontacchi voglia allontanarsi dal mondo professionale in cui opera con tanto successo: «Dal 2000, spiega, ho insegnato per vent’anni Diritto tributario internazionale all’Università di Leida, in Olanda, dove avevo anche studiato, e lì ho imparato qualcosa che in Italia si fatica a comprendere: che occorre saper praticare il lateral thinking. Un mio professore, filosofo, è poi diventato il capo di Arthur Andersen (la società internazionale di revisione, Ndr), il più grande esperto di trust in Olanda è anche uno slavista, senza dimenticare che l’ex ceo di Goldman Sachs fa il dj. Bisogna saper passare dall’una all’altra dimensione: credo che fare più cose arricchisca». 

«Deeply into You», una delle opere di The Prism

Ada Masoero, 13 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

La caverna cosmica di The Prism | Ada Masoero

La caverna cosmica di The Prism | Ada Masoero