Chiara Massimello
Leggi i suoi articoliLa fotografia (come ogni altra arte) ha bisogno di istituzioni che credano nel lavoro degli artisti e lo supportino, di musei che espongano e acquistino le opere, di un sistema che promuova le nuove visioni e di persone competenti che lavorino per la realizzazione del tutto. È l’insieme di energie che produce il risultato.
La Francia, forse più di ogni altra Nazione in Europa, parla, espone, sostiene e crede nella fotografia, e proprio durante gli anni della pandemia ha costruito un progetto che dimostra questa sua volontà. Nel 2021 e 2022, con due bandi differenti, il Ministero della Cultura, nel piano di sostegno alla stampa e ai mezzi d’informazione iniziato nel 2020, ha affidato alla Bibliothèque nationale de France una grande committenza fotografica indirizzata a tutti i fotoreporter con il fine di incoraggiare il fotogiornalismo.
«Radioscopie de la France: regards sur un pays traversé par la crise sanitaire» è stato il più grande appalto pubblico fotografico in Europa con un budget di 5,46 milioni di euro; 200 vincitori (tra i 22 e gli 82 anni) hanno potuto beneficiare di un finanziamento di 22mila euro ciascuno per realizzare il loro reportage, e le 2.000 stampe prodotte (insieme a quasi 20mila scatti) sono entrate nelle collezioni della BnF, una delle più importanti al mondo. Un progetto di osservazione e riflessione che racconta la Francia, il suo territorio, la sua economia e gli aspetti contradditori della società (religione, immigrazione, ambiente, lavoro, diverse opportunità), ma che al contempo mostra la capacità di rappresentazione della fotografia e la sua forza come espressione collettiva.
Già a metà dell’Ottocento la Francia aveva commissionato un imponente progetto che coinvolgeva i più importanti fotografi del tempo nella catalogazione di edifici e monumenti in tutto il suo territorio, «La Mission Héliographique», mentre nel 1984, 12 fotografi (poi divenuti una trentina, tra cui anche il grande Gabriele Basilico) erano stati chiamati a descrivere il paesaggio francese nel progetto realizzato dalla Datar (Delegazione Interministeriale per lo studio del territorio e dell’attrattiva regionale), ma nessuna commissione aveva raggiunto questa portata di riflessione sociale e culturale, se non forse la campagna della Farm Security Administration realizzata negli anni della grande depressione americana (1935-44) che ha prodotto alcune delle immagini più iconiche della storia degli Usa. In Italia, c’è voluto Luigi Ghirri per pensare un «viaggio» fotografico lungo tutto lo stivale.
Il progetto è ora una mostra intitolata «La France sous leurs yeux: 200 regards des photographes sur les années 2020». 450 immagini, in quattro sezioni: Libertà, Uguaglianza, Fraternità e Potenzialità, fino al 23 giugno, alla Bibliothèque nationale de France.
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