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Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliÈ stato un provvidenziale guasto alle tubature del gas a rivelare un nuovo reperto archeologico nel pieno centro di Vienna. Il primo distretto è costruito sopra una fortezza legionaria romana risalente al I secolo d.C. e attiva fino a circa il 400 d.C. (Vindobona). Già sotto la Michaelerplatz, adiacente al Palazzo Imperiale, un paio di metri sotto il manto stradale all’inizio degli anni ’90 erano stati trovati resti del «castrum», poi inquadrati da Hans Hollein in una struttura a belvedere aperta h 24, oltre a una gran quantità di utensili, oggi in parte esposti al Römermuseum, il Museo Romano della capitale.
Ora tra Graben e Tuchlauben, a pochi passi da Santo Stefano, la nuova scoperta si delinea come le fondamenta della Porta Decumana di Vindobona. Una piccola sensazione, che ha consentito di individuare l’ingresso principale di sud-ovest. La porta, informano gli archeologi a sopralluogo ultimato, restò in uso fino al XII secolo, allorché venne sostituita da un’ulteriore porta, utilizzata fino al 1731.
Quasi tutte le città austriache hanno un passato romano. Oggi tuttavia i migliori reperti si trovano a Carnuntum, in Bassa Austria, a mezz’ora di auto da Vienna; a Flavia Solva, in Stiria, e al parco archeologico di Magdalensberg in Carinzia. Proprio in quest’ultimo di recente un gruppo di studenti in gita, durante un’attività didattica ha trovato una fibula in bronzo, poi datata all’inizio del I secolo d.C. Negli ultimi anni, nello stesso luogo sono state via via trovate una quarantina di fibule di quello stesso tipo, forse prodotte proprio a Magdalensberg.

Ricostruzione della Porta Decumana di Vindobona
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