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Roberta Bosco
Leggi i suoi articoli«È un privilegio vivere questo momento storico e continuare a rivelare e conservare il genio di Gaudí per le generazioni future, mettendo in luce la maestria del sapere artigianale». Lo ha affermato Gary Gautier, direttore di Casa Batlló, durante la presentazione del restauro della facciata posteriore e del cortile privato del celebre edificio di Antoni Gaudí, noto per il tetto a forma di coda di drago multicolore. La fine dell’intervento coincide il 20mo anniversario dell’iscrizione di Casa Batlló nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Dopo che nel 2019 era stata restaurata la facciata principale sul Passeig de Gràcia, sono stati necessari una ricerca rigorosa, un investimento di 3,5 milioni di euro e un anno di lavoro per realizzare il restauro della facciata posteriore che ha coinvolto storici, architetti e artigiani locali, specializzati nella lavorazione di ferro battuto, vetro, legno e ceramica.
Un team di esperti ha riportato in luce colori e materiali originali e ha recuperato gli elementi mancanti del cortile, come il pergolato e le fioriere. Situato al piano nobile accanto alla sala da pranzo della casa, il cortile privato era un luogo in origine dedicato al relax in famiglia. È stato sottoposto a un intervento conservativo anche l’innovativo sistema di volte rinforzate che sostiene i balconi, mai documentato prima.
Dopo interventi parziali negli anni ’50 e ’90, quello appena concluso costituisce il primo restauro completo di questi spazi che sono stati ripristinati come nel progetto originale concepito da Gaudí nel 1906. I lavori sono stati eseguiti contemporaneamente sull’edificio e in diverse botteghe artigiane, dove si sono tramandate tecniche secolari adattandole alle esigenze attuali, rafforzando così il valore dell’artigianato come patrimonio vivo.

Facciata di Casa Batlló prima del restauro. © David Cardelús

Facciata di Casa Batlló prima del restauro. © Claudia Mauriño
«Quando abbiamo scoperto i colori originali, non potevamo crederci. La facciata attuale è come un negativo fotografico di quella precedente»: così Xavier Villanueva, l’architetto responsabile del restauro, ricorda l’emozione al ricevere durante la pandemia i risultati dei primi test stratigrafici, che avevano individuato i colori originali nascosti sotto i molteplici strati di vernice su legno, ferro battuto e stucco. Oltre alle analisi di laboratorio, sono state condotte approfondite ricerche documentarie, fotografiche e architettoniche, utilizzando la scansione 3D, la fotogrammetria e altre tecniche digitali per garantire la precisione del progetto. «Le scoperte che abbiamo fatto sono affini per forme, colori e materiali al resto di Casa Batlló. Con il restauro, abbiamo ritrovato l’essenza di Gaudí e l’intera casa acquista armonia» continua Villanueva, che nel corso dei lavori ha fatto altre scoperte sorprendenti, come quella del sistema di volte rinforzate a sostegno dei balconi, una struttura mista di mattoni e ferro a forma di spirale, mai vista prima, radicalmente innovativa per l’epoca. Sulle pareti della facciata posteriore, sono stati restaurati gli stucchi e i trencadís (mosaico catalano) in vetro e ceramica. Sui balconi, sono state restaurate le ringhiere in ferro battuto, le finestre e le portefinestre in legno e la pavimentazione a mosaico, rinforzando anche la struttura che versava in uno stato di forte degrado. Nel cortile sono stati riprodotti elementi scomparsi, come le fioriere situate accanto ai patii di ventilazione e un pergolato parabolico di erica originariamente situato al centro dello spazio. Anche la pavimentazione, composta da 85mila tessere di mosaico, è stata replicata fedelmente nel rispetto delle tecniche originali.
Enric Bernat, imprenditore catalano noto per aver inventato i Chupa Chups, acquistò Casa Batlló nel 1993 e sua figlia Nina Bernat, ceo di Casa Batlló e madre dell’attuale direttore, ha promosso i primi importanti restauri della casa negli anni ’90. «Sono molto felice del percorso che abbiamo intrapreso in questi anni, di averne fatto parte fin dall’inizio e di aver riscoperto, insieme al team, lo splendore originale di Casa Batlló, proprio come Gaudí l’aveva concepita» ha dichiarato Nina. Dal 2019, sono stati spesi oltre 25 milioni di euro nel restauro della casa e nella conservazione del suo patrimonio.
Prossimamente sono in programma lavori per un milione di euro al terzo piano dell’edificio, uno spazio di particolare valore storico, poiché vi hanno vissuto gli ultimi discendenti della famiglia.
Nel 2024 l’istituzione ha superato i 65 milioni di euro di fatturato e i 34 milioni di euro di utile, grazie all’aumento del numero di visitatori, attratti dalla diversificazione della sua offerta culturale, come l’introduzione delle nuove tecnologie. Nel corso dell’anno passato ha registrato 1.908.070 visitatori, con un aumento del 21% rispetto al 2023. Per quanto riguarda la nazionalità dei visitatori, i più numerosi sono gli italiani (15%), seguiti da statunitensi (14,3%) e francesi (8,3%).
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