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Anthonis van Dyck, «The Cheeke Sisters: Essex, Countess of Manchester ed Anne, Lady Rich, figlie di Sir Thomas Cheeke», 1640 ca, San Marino (California), The Huntington Library, Art Museum and Botanical Gardens, in deposito dalla Collezione James Stunt

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Anthonis van Dyck, «The Cheeke Sisters: Essex, Countess of Manchester ed Anne, Lady Rich, figlie di Sir Thomas Cheeke», 1640 ca, San Marino (California), The Huntington Library, Art Museum and Botanical Gardens, in deposito dalla Collezione James Stunt

Dalla penna di Silva un falsario in un mondo di misfatti

Una serie di 25 romanzi, dal 2015 pubblicati in italiano da HarperCollins, ha come protagonista il restauratore di Old Master (ma anche straordinario «creatore» di capolavori antichi) Gabriel Allon

Il mondo dell’arte, quello della realtà e quello (né peggiore né migliore) dell’immaginario collettivo e della finzione creativa, è perseguitato da due fantasmi sempre in agguato: il falso e il falsario e il furto di opere d’arte. Spesso il mondo dell'arte reale è romanzesco e supera la fantasia.

Di questi incubi affollati di agenti segreti, di agenzie nazionali di intelligence nemiche o complici, di nostrani (ammiratissimi) Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, di attentati, di inseguimenti, di esplosioni e disastri vari, di assassini buoni e cattivi con una conoscenza erudita di storia dell’arte e tecnica del restauro, di grandi mercanti, di costumi&malcostumi del mercato delle aste (citatissime sempre, soprattutto Bonhams), si nutrono più o meno i ben 25 romanzi (dal 2015 tutti pubblicati in italiano da HarperCollins) che hanno come protagonista il restauratore di Old Master (ma anche straordinario «creatore» di capolavori antichi) Gabriel Allon.

Gabriel Allon è un personaggio complesso che contemporaneamente è spia israeliana (e tutti i personaggi principali si riferiscono all’agenzia di intelligence israeliana di cui fanno parte come all’«Ufficio», benché mai chiarendo che si tratti del Mossad, del resto effettivamente conosciuto sia a livello interno sia internazionale come «HaMisrad», letteralmente, appunto, «l’Ufficio») e restauratore d’arte d’altissimo livello per i maggiori musei del mondo e soprattutto il Vaticano, con la sua expertise scientifica e pratica dei meandri dell’arte, sempre elemento chiave nelle sue missioni. Uomo normale, di altezza media, perennemente sui cinquant’anni o poco più, i capelli castani brizzolati alle tempie, naso affilato e cesellato, dall’apparenza discreta, mediamente curata ed elegante, in nulla attira l’attenzione e la memoria se non per gli occhi di un color verde intensissimo e innaturale «che evoca le steppe dell’Asia Centrale» (e osservando le fotografie di Silva non si può non convenire sulla decisa somiglianza fra loro). La sua carriera di spia è iniziata nei primi anni Settanta quando venne reclutato dai servizi segreti d’Israele per la celebre operazione «Ira di Dio»: il contrattacco a Settembre Nero dopo il massacro di 11 atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco.

Caravaggio, «Natività con San Francesco e San Lorenzo», 1600, Palermo, Oratorio di San Lorenzo dei Principi di Raffadali, trafugato la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, non ritrovato

Fra le imprese di Gabriel Allon, centrate su fatti e misfatti nel mondo dell’arte e con quadri protagonisti, spiccano:

The Kill Artist - Il restauratore (2000): è il primo libro della serie e Gabriel Allon, ex-agente dell’Intelligence di Israele, che si è rifatto una vita in Italia come esperto restauratore di preziosi dipinti degli Old Master, si occupa del restauro di un’«Adorazione dei Pastori» di Tiziano Vecellio (che si scoprirà poi essere del fratello, in tutti i sensi minore e pressoché sconosciuto, Francesco Vecellio, 1483 o 1496-1560: una vera delikatesse ad estasiare gli studiosi e appassionati più gourmet) e proprio le sue conoscenze del mondo dell’arte lo coinvolgono in una missione di spionaggio proprio contro quel terrorista islamico che pochi anni prima gli ha ucciso il figlio bambino e reso la moglie inferma di mente senza remissione.

The English Assassin - L’Inglese (2002): nel secondo volume il restauratore Allon accetta un incarico dal banchiere August Rolfe di Zurigo ma, arrivando nella sua villa, trova il corpo dell’uomo assassinato e finisce accusato dell’omicidio. Scagionato grazie a un pesante intervento dell’Intelligence israeliana e deciso a risolvere l’omicidio, Allon incontra Anna Rolfe, la figlia del banchiere e violinista di fama mondiale, con la quale vive una burrascosa relazione e apprende che, dettaglio ignoto alla polizia svizzera, l’assassino ha rubato anche la collezione d’arte del padre. Sebbene Anna difenda strenuamente la corretta provenienza di quei capolavori, Gabriel intuisce come siano stati acquisiti in modo oscuro durante la Seconda guerra mondiale.

The Rembrandt Affair - Il caso Rembrandt (2010): in questo decimo episodio della saga, Silva riprende le oscure spietate relazioni fra arte, Shoah, nazisti e le banche svizzere dove vennero depositate sia le opere d’arte saccheggiate dalle Svastiche sia quelle affidate dai proprietari ebrei in fuga: quegli «Gnomi di Zurigo» (per citare Alberto Bruni-Tedeschi) che poi, col crollo del Terzo Reich, si approprieranno con trucchi e falsità giuridiche di quei tesori d’arte, senza distinzione né scrupoli fra bottino nazista o beni custoditi per i proprietari ebrei in fuga o uccisi.

The Heist - Il Caso Caravaggio (2014): in cui Gabriel Allon si trova al centro di un intrigo legato al tristemente celebre furto nella notte fra 17 e 18 ottobre 1969 della «Natività con i Santi Francesco e Lorenzo» (1609, 268x197 cm) dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo (di cui, dalla costruzione a metà Cinquecento, sono «Illustrissimi Perpetui Custodi» i palermitani principi di Raffadali: a testimonianza dell’accuratezza autorale di Silva, l’attuale principe, fra l’altro presidente degli Amici dei Musei Siciliani, è stato da lui interpellato per la stesura del romanzo). Allon lascia Venezia (dove sta restaurando «L’Assunzione della Vergine» di Paolo Veronese nella Chiesa di San Sebastiano a Dorsoduro) per ritrovare l’ormai mitico Caravaggio trafugato (e forse distrutto) su incarico personale e non ufficiale dello stesso generale comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri. Fra la rapina inscenata ad Amsterdam dei «Girasoli recisi» di Van Gogh e i caveaux del Porto Franco di Ginevra, Allon scopre un legame fra la tela rubata e il nefasto regime del «Macellaio di Damasco» (come Silva costantemente definisce un facilmente riconoscibile dittatore mediorientale). L’ombra del Caravaggio rubato dà a tutta la vicenda una tale forza che quasi si spera che all’ultima pagina si possa davvero ritrovare intatto quel dipinto perduto che Longhi definì il migliore e meglio conservato Caravaggio di Sicilia e che ad oggi è il secondo dipinto più ricercato dall’Fbi e fra le 10 opere più ricercate al mondo.

The Collector - Il Collezionista (2023) ha come sfondo l’Ucraina del 2022: a Gabriel Allon, ormai ritirato dall’Intelligence israeliana, il Comandante del Ntpa dei Carabinieri chiede di indagare personalmente sul furto di un dipinto che si rivela essere «Il Concerto» di Vermeer, sparito nel 1990 dall’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Allon rintraccia il ladro esecutore materiale e il suo committente: il potente petroliere, vicinissimo al Cremlino, noto come «il collezionista», venendo a conoscenza anche di un furto più terribile: i materiali per creare una bomba nucleare. Per neutralizzare il piano segreto e mortale di un altissimo esponente dell’entourage del potere moscovita, Gabriel coinvolge spregiudicatamente al suo fianco e ai suoi fini sia il ladro sia il mandante.

Paolo Veronese, «La Madonna col Bambino in gloria con i Santi Sebastiano, Pietro, Caterina e Francesco», 1564-65, Venezia, Chiesa di San Sebastiano in Dorsoduro

Portrait of an Unknown Woman - Ritratto di donna sconosciuta (2022): è uno dei romanzi d’arte più ingegnosi e complessi, inaspettato e stupefacente come un fuoco d’artificio, costruito in modo logicamente e scientificamente ineccepibile, senza falli o cadute, con descrizioni dettagliate di opere e tecniche d’arte, tanto più considerando che, come sempre, Silva fornisce al lettore tutti gli elementi per risolvere il mistero. Questa volta, più di ogni altra, le abilità investigative di Gabriel Allon si coniugano alle sue nozioni artistiche di restauratore e studioso in un’indagine mozzafiato che ne fa forse il romanzo più «artisticamente» coinvolgente ed entusiasmante, dal primo sospetto che il Van Dyck del Periodo Olandese riscoperto sia un falso, sospetto che gli viene osservando una craquelure tecnicamente e geograficamente non coerente con i ritratti «olandesi» del pittore.

A Death in Cornwall - Morte in Cornovaglia (2024): vede ancora Gabriel Allon alla ricerca di un’opera rubata, questa volta un Picasso del valore di oltre 100 milioni di dollari, e dell’assassino di Charlotte Blake, celebre storica dell'arte di Oxford che trascorre i fine settimana in Cornovaglia. Benché tutti ritengano che la donna sia caduta vittima del serial killer che terrorizza la costa, le varie incongruenze della morte di Charlotte allertano Allon portandolo a scoprire che la studiosa era sulle tracce del Picasso rubato e ad avviare la caccia al dipinto ricorrendo a sei tele impressioniste in realtà dipinte da lui (sublime restauratore e squisito falsario) e alla consueta squadra di insostituibili compagni.

An Inside Job (2025, in italiano 2026): nell’ultimo romanzo, uscito in lingua inglese il 15 luglio scorso, Gabriel Allon ha ricevuto dai Musei Vaticani l’incarico di restaurare nientemeno che un’opera perduta di Leonardo: il ritratto di una giovane donna seppellito per secoli nei depositi vaticani, erroneamente attribuito e poi nascosto sotto i pesanti interventi di un artista sconosciuto (chiaramente «ricalcato» sulla «Bella Principessa», il ritratto di Bianca Sforza strappato da un codice conservato a Varsavia e ritrovato da Martin Kemp nel 2011). Il dipinto, trasferito con la massima segretezza a Venezia perché Allon possa restaurarlo, scompare la notte di un sospetto blackout: nessuno era a conoscenza di dove si trovasse. Nessuno tranne gli spietati mafiosi esecutori del furto e i magnati senza scrupoli della finanza mondiale loro mandanti… E la misteriosa giovane donna che Gabriel trova morta nell’acqua di un canale veneziano: senza nome e senza volto.

Il tema del furto d’arte ha ossessionato Daniel Silva fin dagli studi universitari, colpito soprattutto dall’impatto intimamente destabilizzante che il furto (inteso anche come razzia, saccheggio o sequestro) ha sul mondo dell’arte, per sempre stravolto dalle vicende durante e dopo Nazismo ed Olocausto. Il furto d’arte resta un protagonista, spesso trascurato, anche dei giorni nostri: ogni anno vengono rubate opere d’arte e antichità per un valore compreso tra i 4 e i 6miliardi di dollari, facendone il quarto crimine più redditizio dopo droga, armi e riciclaggio di denaro.

Allo stesso modo dai romanzi appare quanto Silva disistimi i collezionisti (soprattutto se «nouveaux riches» o, peggio, oligarchi russi), diffidi dei mercanti d’arte internazionali, nutra sospetti a priori sui banchieri di qualunque nazionalità e sia guardingo perfino nei riguardi della stampa specializzata.

A livello più banale, da apprezzare è la scelta di nomi e cognomi italiani credibili e non foneticamente e ortograficamente improbabili e strafalcionati come quasi sempre accade con gli scrittori anglosassoni. Quanto alle traduzioni italiane, tutto sommato sono piuttosto buone, a parte l’incomprensibile «cordolo» per marciapiede e le umoristiche «villette a schiera» per le esclusive «terraced houses» di Belgravia a Londra o dell’Upper East Side di Manhattan.

Veramente rimarcabile è la perizia letteraria di Daniel Silva che non solo ne fa l’erede aggiornato alle dinamiche del XXI secolo di Ian Fleming e John Le Carré, ma supera di gran lunga ambiti e valori della spy story di genere: ogni personaggio è definito a tuttotondo (sia il nucleo dei protagonisti ricorrenti sia il villain di ciascuna opera) con un spessore umano e personale indelebile, come altrettanto indelebile resta nel lettore la malinconica commozione e sofferenza di Gabriel, che non riesce a non pensare costantemente all’attentato palestinese di Vienna in cui persero la vita moglie e figlio.

Vincent van Gogh, «Due Girasoli Recisi», 1887, Amsterdam, Van Gogh Museum

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 26 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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