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Camille Pissarro, «Rue Saint-Honoré, dans l’après-midi. Effet de Pluie», 1897, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

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Camille Pissarro, «Rue Saint-Honoré, dans l’après-midi. Effet de Pluie», 1897, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

Da vent’anni la famiglia Cassirer reclama un Pissarro del Thyssen-Bornemisza

«Rue Saint-Honoré, dans l’après-midi. Effet de Pluie» è al centro di un contenzioso dal 2005, poiché i discendenti di Lilly Cassirer Neubauer, costretta a venderlo per sfuggire dalle persecuzioni naziste, ne rivendicano la titolarità

Cecilia Paccagnella

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Negli ultimi anni della propria vita, Camille Pissarro (1830-1903) torna, con un occhio maturo, all’Impressionismo, elevando a soggetto delle proprie tele gli scorci di una Parigi vista dalle camere d’hotel. A quest’ultimo periodo risale «Rue Saint-Honoré, dans l’après-midi. Effet de pluie» (1897) che, da quando fu acquistato in quello stesso anno dall’imprenditore tedesco Julius Cassirer, non ha mai avuto pace.

Il dipinto, infatti, è da vent’anni al centro di un contenzioso tra gli eredi dell’acquirente e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, dove è attualmente conservato ed esposto. Giunto nelle mani della nuora, Lilly, nel 1939 fu venduto a un funzionario del Terzo Reich per permettere alla donna, in quanto ebrea tedesca, di procurarsi il visto per scappare dall’incombente tempesta nazista e trasferirsi in Inghilterra. Nel 1943, aggiudicato all’asta a Berlino, scomparve dal mercato. Il tribunale tedesco, nel 1958, offrì un risarcimento pari al valore del dipinto (120mila marchi tedeschi, ovvero più di 250mila euro di oggi) a Lilly Cassirer Neubauer (1876-1962), ma dell’opera non se ne seppe più nulla.

Parallelamente la storia del dipinto procede oltreoceano, e più precisamente a New York: nel 1952, un collezionista americano lo acquistò alla Knoedler Gallery, per poi passare nelle mani del barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza nel 1976, che lo comprò alla Hahn Gallery. Istituito nel 1992, l’omonimo museo madrileno lo custodisce all’interno della propria collezione (di proprietà dello stato spagnolo dal 1993) e lo ha condiviso con il pubblico sin dal primo giorno della sua apertura.

All’inizio del nuovo millennio, il nipote di Cassirer Neubauer, Claude Cassirer, residente in California, ne scoprì finalmente l’ubicazione e decise di presentare una petizione alla Spagna reclamandone la restituzione. La richiesta non venne accolta, motivo per cui il caso venne portato in tribunale nel 2005, rivendicando i diritti di proprietà della famiglia Cassirer ai sensi della legge californiana. Nel 2022, rinviato alla Corte d’Appello del Nono Circuito della Corte Suprema degli Stati Uniti, si stabilì l’applicazione della legge spagnola, secondo cui un’istituzione può conservare un’opera d’arte purché ivi detenuta per tre anni senza controversie.

Il 17 novembre, dal canto suo, Rob Bonta, il procuratore generale della California che segue il caso sin dall’inizio, ha presentato una mozione di intervento sulla base dell’Assembly Bill (AB) 2867, che «riguarda l’equità, la responsabilità morale e legale e il fare ciò che è giusto. In qualità di Procuratore Generale, il mio compito è difendere le leggi della California, ed è ciò che intendo fare in questo caso. Il mio ufficio ha sostenuto la ricerca di giustizia dei Cassirer per due decenni e continueremo a lottare insieme a loro per la legittima restituzione di questo inestimabile cimelio di famiglia».

La legge, firmata nel settembre 2024 dal governatore Newsom, prevede un ampliamento dei diritti delle vittime di furti d’arte durante l’Olocausto o altri atti di genocidio o persecuzione e impone ai tribunali di applicare la legge californiana alla richiesta di risarcimento come nel caso del dipinto di Pissarro.

Cecilia Paccagnella, 25 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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