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Un particolare di «Venere e Cupido ladro di miele» (1540-1550) di Lucas Cranach il Giovane, stima 1,5-2,5 milioni di euro

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Un particolare di «Venere e Cupido ladro di miele» (1540-1550) di Lucas Cranach il Giovane, stima 1,5-2,5 milioni di euro

Cupido, ladro di miele, va all’asta da Drouot

Una preziosa tela di Lucas Cranach il Giovane sarà il lotto di punta dell’incanto parigino in programma il 29 e 30 novembre. In catalogo anche una terracotta di Michel Colombe e una carta di Francisco Goya

Luana De Micco

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Una «Venere con Cupido bambino ladro di miele» di Lucas Cranach il Giovane del 1540-1550 sarà battuta all'asta all'Hôtel Drouot di Parigi da Auction Art Rémy Le Fur et Associés durante la vendita in due tempi, il 29 e il 30 novembre, di una collezione privata che comprende quadri antichi, arredamenti d'epoca, oggetti d'arte asiatica e d'arte decorativa. L'olio su tavola (51 x 35 cm) rappresenta l'avvenente dea accompagnata dal giovane Cupido, ritratto con un favo tra le mani e punto dalle api.

Un tema che Lucas Cranach il Giovane (1515-1586) ha ripreso dal celebre padre, Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553), autore di svariate Veneri dai corpi longilinei e sinuosi, un soggetto rinascimentale classico che nell'opera del pittore tedesco si carica di erotismo. Lucas Cranach il Giovane, che apprese il mestiere nella bottega di  famiglia di Wittemberg, con il migliore degli insegnanti, fece tesoro dei canoni stilistici paterni, assicurandosi un certo successo alla corte di Sassonia.

L'opera presentata da Drouot «unendo erudizione, raffinamento manierista e codificazione simbolica, è un puro condensato del vocabolario estetico e umanista di questa dinastia di artisti», ha scritto la casa d'aste in una nota. La qualità e la nobile provenienza della tavola, le cui stime sono state fissate tra 1,5 e 2,5 milioni di euro, spingono in effetti gli esperti a avanzare pronostici ancora più ambiziosi.

Il quadro era già stato battuto all'asta all'Hôtel Drouot nel 1863. Figurava nella dispersione della collezione di Anatoli Demidoff, uomo d'affari e erudito russo, a cui Leopoldo II di Toscana attribuì il titolo nobiliare di principe di San Donato perché potesse sposare la principessa Mathilde Bonaparte. Ma Anatoli Demidoff, benché si ricordi di lui soprattutto l'unione breve e burrascosa con l'aristocratica moglie, fu anche un fine collezionista, estimatore dell'arte romantica appena nascente e mecenate di artisti come Paul Delaroche e Eugène Delacroix. La tavola è comparsa poi in altre prestigiose collezioni private, come quella dei conti de Lambertye, prima di tornare dunque a essere battuta da Drouot, il prossimo 29 novembre, 159 anni più tardi.

La tavola presenta in alto a sinistra il drago alato, la tipica firma dei Cranach. La scena rappresenta un episodio della mitologia tratto dagli «Idilli» di Teocrito (è il poema XIX), di cui sono citati alcuni versi: «Come Cupido bambino ruba il miele dall'alveare e un'ape con il suo pungiglione punge il ladruncolo al dito, così la breve e vana voluttà, mentre la inseguiamo, arreca dolore». La dea, nuda, esile e sensuale, indossa solo un velo trasparente e una parure, con un'ampia collana.

Si intuisce nell'espressione dei suoi occhi e nel dito indice alzato che sta rimproverando il giovane Cupido, che, con il favo in mano, mostra il dito dolorante: è l'allegoria di come i piaceri del corpo, la voluttà, possano essere causa di tormenti e dolori, le punture delle api. Lucas Cranach il Vecchio realizzò diverse versioni di questa scena, di cui una, con il titolo «Venere e Amore che reca il favo di miele», del 1531 circa, è conservata alla Galleria Borghese di Roma.
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Oltre al Cranach, l'asta (che conta 280 lotti) propone una serie di opere che vale la pena citare. Tra queste, una «Vergine con il bambino Gesù» in terracotta, del 1500-1510, attribuita a Michel Colombe (1430-1515 circa), scultore attivo a Tours dal 1496, al quale si deve anche la tomba del duca Francesco II di Bretagna per la cattedrale di Nantes e il mausoleo di Filiberto II di Savoia per la chiesa di Notre-Dame de Brou. L'opera (battuta il 30 novembre, di cui la stima non è stata resa nota) era stata esposta nell'ambito di una grande mostra sull'arte medievale e rinascimentale in Francia organizzata alle Galeries nationales del Grand Palais, a Parigi, nel 2011.

In catalogo figura anche un'opera su carta di Francisco de Goya, stimata 800mila-1,2 milioni di euro. Il foglio, illustrato su entrambi i lati, faceva parte dell'album «B», detto anche Album de Sanlúcar-Madrid, una serie di oltre cento disegni realizzata tra il 1796 e il 1797, in cui Goya, tramite la caricatura, critica i vizi del suo tempo. L'asta comprende poi gioielli, come un ciondolo di diamanti a forma di croce, attribuito a un orefice del ‘700 (stimato 80mila-120mila euro), oggetti d'arte decorativa asiatica, tra cui due leoni di marmo bianco fabbricati in Cina nel Settecento (100mila-150mila euro), un paesaggio di montagna di Hubert Robert (20mila-30mila euro) e delle vedute di Parigi di Giuseppe de Nittis e Giuseppe Cannella (da 6mila a 30mila euro).

Ma in catalogo figurano anche lotti più accessibili a tutti i portafogli. Tra questi, una selezione di disegni e acquerelli della scuola francese del ‘700, in vendita da 200 a 6mila euro, a cui fa eccezione una sanguigna di François Boucher, il cui valore è stimato tra 15mila e 25mila euro, e una selezione di orologi a pendolo di bronzo o ottone d'epoca Luigi XV o Luigi XVI (da 500 a 1.500 euro).

Importante coppia di leoni buddisti, Cina, XVIII secolo, stima 100-150mila euro

Luana De Micco, 25 novembre 2022 | © Riproduzione riservata

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