Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliCon oltre 35mila opere su carta, il Cabinet d’art graphique del Centre Pompidou di Parigi custodisce una delle più vaste raccolte di disegni del XX e del XXI secolo. Un tesoro fragile, raramente esposto o che lo è solo per brevi periodi. Per la prima volta, ne va in mostra una nutrita selezione, circa 400 fogli, offrendo una panoramica inedita della collezione, ora che il museo parigino ha chiuso le porte per il lungo restauro (la riapertura non è attesa prima del 2030): la rassegna «Dessins sans limite» è allestita, dal 16 dicembre al 15 marzo 2026, al Grand Palais (Galeries 8), il monumento parigino che ospita le mostre organizzate dal Pompidou per i prossimi cinque anni.
Curata da Claudine Grammont, responsabile del Cabinet d’art graphique, insieme alla conservatrice Anne Montfort-Tanguy, la mostra indaga la metamorfosi del disegno nel corso del ’900: da strumento preparatorio a opera autonoma e sperimentale, capace di invadere gli spazi dell’installazione, della performance, del video e del digitale. Come ricordano le curatrici, «il disegno non è più un semplice medium, ma un laboratorio dell’arte, aperto e sempre attuale». Il percorso si sviluppa senza ordine cronologico, in quattro sezioni tematiche e le opere si susseguono per «affinità poetiche». L’elenco degli artisti riuniti è lungo: Picasso, Matisse, Klee, Modigliani, Jean-Michel Basquiat, Kiki Smith, Marlène Dumas, Robert Longo e Robert Rauschenberg. Si comincia con la sezione «Étudier», che esplora il disegno come primo gesto codificato di concezione e elaborazione dell’opera finale, che sarà poi realizzata su un altro supporto. Molti di questi fogli, nati come schizzi o modelli, sono considerati oggi opere d’arte a sé, come gli studi di teste di Modigliani, i gouaches découpées di Matisse e le illustrazioni di Balthus per Cime tempestose di Emily Brontë. Nella sezione «Raconter», il disegno si fa racconto visivo e confessione. Ne sono degli esempi le caricature di Albert Marquet e František Kupka, le scene di vita familiare a Vitebsk di Marc Chagall e il «Voyage en métro» di Jean Dubuffet, che trasforma l’esperienza quotidiana del metrò parigino in esplorazione fantastica. Seguono le sezioni «Tracer», in cui convivono le esperienze grafiche «alla cieca» di Robert Morris e William Anastasi, le sculture di Giuseppe Penone, «che si affida all’impronta della mano», e le performance di Carolee Schneemann, pioniera della Body art; e «Animer», dedicata alla dimensione dinamica del disegno, dalla scomposizione cubista di Picasso e Braque ai film sperimentali di Viking Eggeling, fino ai contrasti cromatici simultanei dell’orfismo di Robert e Sonia Delaunay.
Henri Matisse, «Deux danseurs», 1937-38. © Centre Pompidou, MNAM-CCI Philippe Migeat Dist.GrandPalaisRmn
Jean Dubuffet, «Un voyage en métro», 1943. © Adagp, Paris, 2025 © Centre Pompidou, MNAM-CCI/Philippe Migeat/ Dist. GrandPalaisRmn