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Elena Correggia
Leggi i suoi articoliChristie’s scommette sul coniglio. La stella che promette di fare scintille nell’asta di arte del dopoguerra e contemporanea in programma a New York il 15 maggio è infatti l’iconico «Rabbit», la scultura del 1986 simile a un grande palloncino, ma in acciaio inossidabile, frutto dell’irriverente estro neo pop di Jeff Koons, proposta all’incanto con una stima di 44,4-62 milioni di euro.
L’opera è l’unico esemplare di una serie di quattro rimasta in mani private e proviene dall’importante collezione di S.I. Newhouse (1927-2017), coproprietario di un impero editoriale che comprendeva riviste come «The New Yorker», «Vogue» e «Vanity Fair». Dalla stessa raccolta è proposto «Little electric chair» (1964-65), uno dei lavori più inquietanti e provocatori di Andy Warhol, parte della serie «Death and Disaster» (stima 5,3-7 milioni).
La vendita include anche 11 opere appartenute all’imprenditore statunitense Robert Mayer, nipote di Maurice Rothschild, e alla moglie Beatrice. I Mayer diedero particolare sostegno ad alcuni artisti americani all’epoca emergenti e fra questi Robert Rauschenberg, di cui è proposto «Buffalo II» del 1964 (stima su richiesta), una tecnica mista che utilizza la serigrafia in modo pionieristico e si appropria di immagini raccolte da giornali e riviste per offrire un ritratto dell’America del tempo.
La pittura cromatica ed emozionale di Mark Rothko in «Untitled» del 1960 è invece la punta di diamante dell’asta di arte contemporanea organizzata da Sotheby’s nella Grande Mela il 16 maggio. La tela è offerta dal MoMA di San Francisco che utilizzerà i proventi per nuove acquisizioni ed è stimata 31-44,4 milioni.
Nello stesso incanto è proposto anche l’ultimo ritratto realizzato da Francis Bacon al suo amante George Dyer nel 1981. Si tratta di «Study for Portrait», noto come uno dei dipinti sui quali Bacon intervenne più volte (stima 10,6-16 milioni). L’opera sarà venduta dalla fondazione intitolata a Gerald L. Lennard insieme ad altri dipinti collezionati dal noto commerciante di materie prime negli anni ’70 e ’80 del Novecento. Fra questi «Untitled X», un esempio del gruppo di lavori creati da Willem de Kooning nel 1975 che esemplificano il suo pieno passaggio a una sensuale pittura astratta e satura di colori (7-10,6 milioni) su tele di ampio formato.
Una selezione particolarmente significativa di opere della Pop art americana collezionate dai coniugi mecenati Miles e Shirley Fiterman a partire dagli anni ’60 va invece all’incanto da Phillips, a New York il 16 maggio, nell’ambito dell’asta di arte del Novecento e contemporanea. Spiccano «Horse and Rider» di Roy Lichtenstein del 1976 (stima 6,2-8,9 milioni), una rilettura di un soggetto caro al movimento futurista e alcuni lavori assai riconoscibili di Andy Warhol come «9 Flowers» del 1965 (2,7-3,5 milioni).
Da segnalare inoltre un autoritratto di Jean Michel-Basquiat realizzato su due porte di legno del 1983 (8-10,6 milioni) proveniente dalla collezione del produttore di musica hip hop Matt Dike, che fu amico dell’artista. L’interesse per gli oggetti della vita quotidiana accomunano la Pop art alla poetica di un autore come Wayne Thiebaud, il cui olio su legno «Chocolate Eclair» del 2002 viene proposto all’incanto nell’asta newyorchese di Bonhams del 15 maggio con una stima di 621-887mila euro.
Fra i lotti di maggiore interesse della vendita anche «Winnie Fung», un ritratto in tecnica mista di Julian Schnabel del 1989 (177-266mila) e una delle note citazioni di Elaine Sturtevant, «Warhol’s Flowers», del 1968 (53-71mila), opera che sarà inclusa nella prossima edizione del catalogo ragionato dell’artista.

«Horse and rider» (1976), di Roy Lichtenstein, proposto da Phillips. www.phillips.com
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