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Una still da «ANG48» (2022) di Chulayarnnon Siriphol

Courtesy Smaff

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Una still da «ANG48» (2022) di Chulayarnnon Siriphol

Courtesy Smaff

Cinema e arte, quei labili confini tra realtà e simulazione

Per la quarta edizione, in programma dal 21 al 24 agosto, al St. Moritz Film Festival 40 film di artisti e registi di fama internazionale s’interrogano su come il virtuale stia plasmando i modi contemporanei di percezione ed espressione

Daria Berro

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I mutevoli confini tra reale e virtuale, naturale e rappresentazione, fisico e immateriale e la capacità, propria del cinema, di evocare ciò che pur non essendo ancora reale è tuttavia profondamente sentito e radicato nella realtà sono al centro di «Emerging Virtualities», la quarta edizione del  St. Moritz Art Film Festival (smaff.org), l’appuntamento dedicato al cinema d'avanguardia e alla videoarte in programma dal 21 al 24 agosto 2025 nel Cinema Scala della località svizzera, in Engadina.

Il programma di quest’anno, messo a punto dal direttore artistico Stefano Rabolli Pansera con il contributo curatoriale di Rosalia Namsai Engchuan, Leonardo Bigazzi e Roísín Tapponi, dà priorità a stati alternativi di presenza e percezione: dalla riproduzione digitale di ambienti spaziali ed emotivi, alla simulazione della memoria e del desiderio erotico, alla costruzione di contronarrazioni storiche ed esperienze non umane. Oltre 40 le proiezioni previste, di artisti e registi visionari per i quali il virtuale è un modo attraverso cui la realtà si articola e trova forma. Tra gli autori figurano Korakrit Arunanondchai, Alessandro Di Pietro, Lawrence Lek, Arjuna Neuman & Denise Ferreira da Silva, Tabita Rezaire, Nina Sarnelle, Amie Siegel, Marianna Simnett, Superflex, Wim Wenders, Marina Xenofontos e Anicka Yi. La giuria internazionale che giudicherà le opere selezionate è composta dai curatori, scrittori e storici dell'arte Daria Khan, Mario D’Souza e Mohamed Almusibli.

«I musei, gli spazi cinematografici e i dispositivi di memoria, commenta Stefano Rabolli Pansera, diventano palcoscenici in cui le temporalità si sovrappongono, i contesti cambiano e i valori culturali si accumulano. L’incredibile selezione di quest»anno mette in scena virtualità emotive, spaziali e ontologiche: mondi emergenti di potenzialità che mettono in discussione la fissità del tempo, dell’identità e del luogo».

Nel giorno di apertura, il 21 agosto, si segnalano l’opera di Anicka Yi «Each Branch of Coral Holds Up the Light of the Moon» (2024), la prima a essere stata realizzata con il software Emptiness, sviluppato dall’artista stessa, che utilizza una combinazione di tecniche di simulazione e apprendimento automatico per imitare, remixare e reinterpretare le opere di Yi come creature virtuali viventi. O la rivisitazione di un mito violento compiuta da Marianna Simnett in  «Leda Was a Swan» (2025) attraverso un mix di performance e Intelligenza Artificiale.

In prima mondiale, «Tropical Depression» (2025) di Alexander Walmsley documenta la vita e la morte di 21 cicloni recenti nell’emisfero meridionale all’interno di Microsoft Flight Simulator, un videogioco che visualizza i dati meteorologici in tempo reale.

Un altro videogioco è al centro di «Knit’s Island» (2023) Ekiem Barbier, Guilhem Causse e Quentin L’helgoualc’h: qui sotto le spoglie di avatar, una troupe cinematografica entra in un videogame online e scopre storie, paure e aspirazioni una comunità di giocatori. In prima mondiale anche Breath Work (2025) di Nina Sernelle,  opera sperimentale girata tra raffinerie di petrolio e uno dei porti più grandi del mondo, con protagonisti residenti di Long Beach che hanno subito esperienze di «razzismo ambientale».

Tra le proiezioni di sabato 23 si segnala «Race of a hippie» Alessandro Di Pietro (2024), cortometraggio  che traduce in linguaggio cinematografico la messa in scena del proprio seppellimento realizzata dall’artista Paul Thek nel 1967.  Una primizia è poi «The Light is Not Ours» (2025) di Cedric Arnold, che fondendo l'osservazione documentaria con la sperimentazione materiale su pellicola 35 mm racconta il persistere di una tradizione in alcuni santuari taoisti di Bangkok: il cinema come offerta agli spiriti. I proiezionisti sono assunti da mecenati anonimi in cerca di protezione, guarigione o fortuna.

Il viaggio poetico in 3D di Wim Wenders attraverso la vita e l’opera di Anselm Kiefer, chiude il cartellone, domenica 24: «Anselm-Das Rauschen der Zeit» (2023) fonde passato e presente per esplorare la memoria, il mito e il potere trasformativo dell’arte.

La giornata dei premi è sabato 23 agosto, durante la cerimonia lo Saff assegnerà i premi Best Art Film -ArtReview Prize, Best Feature Film e Love at First Sight - Kulm Prize, che celebra il titolo con il maggiore impatto emotivo. Il programma completo è consultabile qui.

Daria Berro, 11 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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