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Biennale Venezia 2026: i 10 curatori finalisti per il Padiglione Italia

Il Ministero della Cultura ha selezionato i 10 candidati ammessi alla seconda fase della procedura per scegliere il curatore e il progetto del Padiglione Italia alla 61. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Tra 45 giorni scade il termine per presentare il dossier di approfondimento

Rosalba Cignetti

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Procede la selezione per il curatore del Padiglione Italia alla 61. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (9 maggio – 22 novembre 2026). Il Ministero della Cultura ha annunciato i dieci nomi che accedono al secondo step della procedura, una rosa di professionisti chiamati a definire, entro 45 giorni, un dossier progettuale approfondito. «Il Padiglione Italia è una vetrina strategica per il contemporaneo, un laboratorio di idee e linguaggi che dialogano con lo scenario globale», ha sottolineato la commissione di valutazione.
La lista dei finalisti, selezionati tra numerose candidature, è eterogenea per esperienze, visioni e approcci curatoriali. A guidare l’elenco (in ordine alfabetico) c’è Ilaria Bernardi, storica dell’arte e curatrice indipendente, che negli ultimi anni ha firmato, tra l’altro, mostre dedicate alle avanguardie storiche e all’arte italiana del dopoguerra, con una particolare attenzione al rapporto tra ricerca artistica e memoria storica. Segue Cecilia Canziani, la cui attività si distingue per un linguaggio curatoriale che intreccia teoria critica e impegno sociale. Valentino Catricalà, critico e curatore specializzato nei rapporti tra arte e nuove tecnologie, porta invece una prospettiva che unisce media art, intelligenza artificiale e cultura digitale. Sul versante internazionale si colloca Alfredo Cramerotti, che presenta la propria proposta con Auronda Scalera e Clelia Patella. Il suo percorso curatoriale spazia tra fotografia, pratiche sociali e linguaggi sperimentali, con una forte apertura verso il dialogo interdisciplinare. Poi Antonio Grulli, critico e curatore che da anni collabora con musei e fondazioni, unendo l’attenzione per la scena emergente a un lavoro critico sulla produzione italiana contemporanea. Justin Randolph Thompson, artista e curatore di origine statunitense, concorre insieme a Janine Gaëlle Dieudji. Fondatore del Black History Month Florence, Thompson è conosciuto per i progetti che mettono al centro il dialogo interculturale e le narrazioni diasporiche, con una forte impronta sociale. Marta Papini, attualmente coordinatrice del programma Radis della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea propone un approccio che coniuga progettazione culturale e capacità organizzativa, frutto di una lunga esperienza in contesti europei. Dall’area museale arriva invece Samuele Piazza, curatore alle OGR, con un percorso focalizzato sull’arte concettuale e sulle ricerche più innovative della scena internazionale. Completa la rosa Diego Sileo, curatore del PAC di Milano, distintosi per mostre dedicate all’arte contemporanea latinoamericana e ai linguaggi globali, con una spiccata attenzione alle contaminazioni culturali. Infine, Francesco Stocchi, direttore direttore artistico del MAXXI di Roma dal 2023, co coratore della prossima Quadriennale ed ex curatore di arte moderna e contemporanea al Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, porta con sé una solida esperienza internazionale e una visione curatoriale che intreccia ricerca storica e innovazione. La commissione valuterà i progetti finali presentati dai dieci selezionati per individuare chi, tra loro, guiderà il Padiglione Italia alla Biennale Arte 2026. La decisione è attesa nei prossimi mesi, quando verrà definita anche la proposta artistica che rappresenterà il nostro Paese in uno degli appuntamenti più prestigiosi al mondo.

Rosalba Cignetti, 25 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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