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Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliNel Parco Naturale delle zone umide del Danubio, un gruppo di archeologi attorno all’Accademia Austriaca delle Scienze e ai ricercatori del vicino sito di Carnuntum, ha riportato alla luce un castellum romano costruito in due fasi: la prima tra il 170 e il 180 d.C., allorché Marco Aurelio fece rafforzare il confine contro le tribù marcomanne; la seconda è stata datata al 260 d.C., quando sotto l’imperatore Gallieno il complesso venne ristrutturato, benché l’ormai sminuita importanza di Carnuntum avesse prodotto una diminuzione delle truppe in loco.
La campagna di scavi ora conclusa nella località di Stopfenreuth (Bassa Austria) ha portato alla luce strutture murarie in ottimo stato, fino a 2.65 metri di altezza, appartenenti a un complesso che si estendeva su due-tre ettari: «Abbiamo potuto far emergere l’angolo settentrionale e la torre difensiva, ma la fortificazione potrebbe avere avuto una lunghezza di 100 metri e dare alloggio a 500 soldati. Avendo trovato reperti fino alla seconda metà del IV secolo d.C., riteniamo che possa essere stato in uso fino a quell’epoca», spiega Christian Gugl, dell’Accademia Austriaca delle Scienze.
Trattandosi di un fortino a difesa di un ponte, dopo ricerche decennali gli archeologi sono riusciti a definire così il punto di attraversamento del Danubio creato per le truppe romane, come documentato in particolare nei fregi scultorei della Colonna di Marco Aurelio, dedicata alle guerre contro i Marcomanni, avvenute tra il 172 e il 175 d.C., e oggi posta in piazza Colonna a Roma. Nei suoi bassorilievi è infatti raffigurato il passaggio delle truppe romane su un ponte di barche, di cui finora non era stato possibile stabilire il luogo esatto: «La Colonna di Marco Aurelio dà conto fra l’altro dell’attraversamento del Danubio nel 172 d.C. e la conformazione del fiume in questo punto è infatti ideale, rimarca Eduard Pollhammer, direttore scientifico del sito di Carnuntum, perché qui si restringe fortemente e riteniamo sia stato così anche nel II secolo d.C.».
La minaccia dei Marcomanni da nord era tale da avvalorare l’ipotesi di una permanenza di Marco Aurelio per tre anni a Carnuntum, nel tentativo di riprendere il controllo del limes danubiano, ma il ponte aveva importanza anche per il commercio, prosegue Pollhammer, perché posto sulla Via dell’Ambra, che dal Baltico passava proprio a Carnuntum e scendeva nell’impero romano: «Il fortino serviva anche come posto di controllo di persone e merci».
Oltre a elementi murari, fra i ritrovamenti figurano mattoni con la stampigliatura delle legioni XIV e XV, monete, ceramiche e oggetti personali in bronzo.
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