Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Ascetico Vimercati

Ascetico Vimercati

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Per inaugurare la sua prima galleria, nel 1995, Raffaella Cortese volle una personale del fotografo Franco Vimercati. Ora, a 15 anni dalla scomparsa dell’artista (Milano, 1940-2001), e dopo le antologiche museali di cui è stato oggetto di recente a Dresda e Venezia, la gallerista gli rende nuovamente omaggio con una mostra, presentata da Andrea Viliani con Simone Menegoi, che occupa tutti e tre i suoi spazi di via Stradella.

In ognuno va in scena un diverso progetto: al numero 4 è esposta la sua prima, rara serie fotografica, «Sulle Langhe», realizzata nel 1973 dopo aver accantonato per anni l’arte, spinto dalla necessità. Fu forse una fortuna, perché proprio il lavoro di grafico lo condusse dalla pittura alla fotografia, da lui intesa (specie in seguito) come un’estensione della pratica incisoria. La frequentazione assidua, dal 1972, di due maestri come Ugo Mulas e Luigi Ghirri, avrebbe fatto il resto. Intanto Vimercati studiava l’arte contemporanea internazionale, con un’attenzione speciale al minimalismo, quello di Robert Ryman soprattutto: non stupisce, dunque, che Giuseppe Panza di Biumo collezionasse con passione il suo lavoro, così ascetico e rigoroso. Scattate nella campagna piemontese, dove passava l’estate, le sue immagini langarole sono le uniche all’aperto. E tuttavia già anticipano quelle che saranno poi le sue cifre distintive: la spoglia essenzialità e la serialità, intesa come strumento per indagare il senso della visione e il linguaggio fotografico.

Al numero 7 è esposto il ciclo «della zuppiera», che lo impegna dal 1983 al 1992. L’oggetto, modesto e sbreccato, è per Vimercati null’altro che un pretesto per indagare lo statuto stesso della fotografia e le infinite possibilità di variare la rappresentazione. Infine al numero 1 sfilano le «capovolte», le immagini degli anni Novanta in cui l’artista si ritira sempre più, mostrandoci oggetti della quotidianità così come li restituisce l’obiettivo fotografico: capovolti, appunto, e in seguito addirittura sfocati, in una negazione sempre più radicale della presenza e del ruolo del fotografo. 

 

Ada Masoero, 17 agosto 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Lo Spazio WOW-Museo del Fumetto sorgeva dal 2011 in viale Campania, nell’ex stabilimento Motta di proprietà comunale. Dopo canoni non versati per oltre 160mila euro, il Comune lancia un nuovo bando per la gestione dell’edificio

L’artista marchigiana ha realizzato nel parco di Villa Carlotta due interventi: effimero nella Sala dei gessi, permanente nel meraviglioso giardino

Grazie al finanziamento dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo-EF, parte il restauro complessivo della sala del Palazzo Episcopale, con straordinari affreschi duecenteschi. Sarà parte del percorso espositivo del nuovo Museo Diocesano che inaugura il 27 settembre

Nei primi cinque mesi del 2025 la tendenza si è consolidata, mostrando un incremento di visitatori del 68 per cento

Ascetico Vimercati | Ada Masoero

Ascetico Vimercati | Ada Masoero