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«Natura Morta» (1955), di Giorgio Morandi, stima 1-1,5 milioni di euro. © Sotheby’s

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«Natura Morta» (1955), di Giorgio Morandi, stima 1-1,5 milioni di euro. © Sotheby’s

Arte moderna e contemporanea da Sotheby’s

La sede milanese ha annunciato il prossimo appuntamento all’insegna del tricolore e con una vasta selezione di autori internazionali

Michela Moro

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Parte da Roma l’8 e il 9 novembre l’anteprima dell’asta di Arte Moderna e Contemporanea di Sotheby’s che si terrà a Milano il 22 novembre. Di nuovo insieme Alighiero Boetti, Enrico Castellani, Giorgio De Chirico, Piero Dorazio, Lucio Fontana Fausto Melotti, Giorgio Morandi, Alberto Savinio e Mario Schifano ai quali si aggiunge una selezione di opere di artisti internazionali che provengono da collezioni private italiane, come Hans Hartung, Josef Albers, Jannis Kounellis e Henryk Stazewski, artista polacco forse meno conosciuto in Italia ma considerato fondamentale protagonista del Costruttivismo e dell’Astrazione geometrica, il cui record d’asta di 1 milione di euro è stato stabilito proprio da Sotheby’s a Milano l’anno scorso. Nella serata saranno così offerte più di cinquanta opere rappresentative dell’arte tricolore e non solo.

Del suo lavoro scriveva Giorgio Morandi: «Mi ci vogliono settimane per decidere quale gruppo di bottiglie andrà bene con una particolare tovaglia colorata. Poi ci vogliono settimane per pensare alle bottiglie stesse, eppure spesso sbaglio ancora gli spazi. Forse lavoro troppo in fretta? Forse tutti lavoriamo troppo in fretta al giorno d’oggi? Una mezza dozzina di quadri sarebbe appena sufficiente per la vita di un artista». Per assicurarsi la sua «Natura Morta» (1955), bisogna muoversi nella forbice tra un milione e un milione e mezzo di euro.
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Oro e non solo per Lucio Fontana, che presumibilmente farà la parte del leone, essendo presente con dieci opere. Il «Concetto spaziale» (1961), in oro, è stimato 800mila-1,2 milioni di euro. Da sempre affascinato dal colore del metallo prezioso, ma anche dallo spazio che in quegli anni veniva esplorato per la prima volta, Fontana attribuisce all’oro una valenza speciale, che va oltre il tradizionale ruolo decorativo, per creare una visione scintillante del cosmo.

«Ammazzare il Tempo» (1983), di Alighiero Boetti, è un lavoro lungo più di due metri, composto con penne a sfera blu dall’artista e a più mani dai suoi collaboratori; la stima è di 400-600mila euro. A questo lavoro si affiancano altre sei opere di Boetti, tra cui tre Arazzi. Per la serie dei suoi «Monocromi», Mario Schifano utilizzava vernici industriali a smalto su carta, per poi stenderle sulla tela rivestendole di un unico colore. «Da Capo» (1961), stimata 300-400mila è particolarmente interessante perché è stata esposta al pubblico soltanto due volte: la prima nel 1961 alla Galleria La Tartaruga di Plinio de Martiis, la seconda a gennaio di quest’anno ed è stato uno dei dipinti al centro della mostra newyorkese di David Zwirner, «Roma/New York 1953-64».

Sempre tra gli highlights si trova Fausto Melotti con una scultura alta 140 cm, «La Festa» (1970). I suoi personaggi dorati, misteriosi e affascinanti hanno una stima di 200-300mila euro. Lorenzo Rebecchini, Head of Sales, Contemporary Art, osserva come gli autori italiani siano ormai da molte stagioni al centro dell’interesse del collezionismo mondiale, «con la loro capacità unica di fornire un’istantanea della ricca storia dell’Italia e allo stesso tempo una rappresentazione del più ampio canone storico dell’arte. L’asta di Contemporary Art di questa stagione segue una serie di ottimi risultati per le vendite milanesi di quest’anno».

Michela Moro, 06 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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