Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliSono due le notizie rilevanti degli ultimi giorni per l’archeologia sarda. A Barumini (Su), a Nurax’e Cresia, all’interno della dimora di Casa Zapata (a breve distanza dal sito Unesco del nuraghe Su Nuraxi), sono emersi alcuni reperti dell’Età del Bronzo in ottimo stato di conservazione, che offrono nuove informazioni per la comprensione del complesso nuragico. Nurax’e Cresia è formato da una torre principale e tre torri laterali. All’interno della camera della torre centrale, in origine munita della copertura a tholos tipica dei nuraghi, in una delle due nicchie laterali è riaffiorato un gruppo di manufatti (olle, tegami, ciotole e tazze) che raccontano la vita quotidiana degli abitanti della torre in una fase finale del Bronzo Recente. Focolari e resti di pasto lasciano intuire la vita che si doveva svolgere all’interno della torre. Gli scavi si svolgono all’interno del museo, sotto gli occhi dei visitatori.
«Non ci aspettavamo di trovare un complesso di reperti così ben conservati e in un accumulo così significativo per le fasi di vita dell’Età del Bronzo, spiega la direttrice degli scavi, Gianfranca Salis, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. La torre centrale ha avuto un riutilizzo molto intenso in età storica, con importanti rimaneggiamenti anche strutturali. È stato proprio in età storica che viene realizzato a partire proprio da questa torre un cunicolo sotterraneo in parte costruito e in parte scavato nella roccia che consentiva di raggiungere il pozzo. Un collegamento diretto tra la torre e l'acqua creato in modo ardito e modificando le architetture nuragiche in forme che non trova confronti con il resto della Sardegna».
L’altra scoperta è stata effettuata nel Cagliaritano, nel sito dell’antica città di Nora (sorta nei pressi di preesistenti insediamenti nuragici, di fondazione fenicia e successivamente punica e romana), nel comune di Pula (Ca). «Ci concentriamo su un settore che stiamo indagando ormai da diversi anni e che ha riportato alla luce una piazza monumentale di circa 400 metri quadri di estensione con due fontane e ai lati tutta una serie di ambienti funzionali ad attività produttive artigianali, ha dichiarato agli organi di stampa Romina Carboni, docente dell’Università di Cagliari e direttrice scientifica degli scavi. Sono riemerse delle impastatrici, un forno per la cottura del pane e anche degli elementi riconducibili a un frantoio. È un contesto molto interessante dal punto di vista funzionale e da quello cronologico, perché ci fornisce informazioni sulle diverse fasi di occupazione dell’antico centro di Nora».
Dagli scavi sono poi emersi altri elementi di interesse, come alcune forme per fusioni in bronzo, gusci di conchiglie portaunguenti, monili, braccialetti e anelli.
Nella nuova campagna di scavi saranno impegnati cinquanta studenti dei corsi di laurea e della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, oltre a membri della Queen's University di Kingston (Canada).

Una veduta del sito archeologico di Nora. Foto: Ministero della Cultura
Altri articoli dell'autore
Un drone sottomarino e acquisizioni di immagini 3D di alcune monete «certificano» l’identità del relitto individuato nei fondali del Mar dei Caraibi. Valutazione: 17 miliardi di dollari
Eretto nel 1542, è attribuito nel suo impianto originario a Girolamo da Carpi. Ora parte un intervento di restauro che ha un valore complessivo di 9.136.000 euro
Si intitola «Tesori dei Faraoni» la mostra, annunciata congiuntamente dall’ente romano e dal Consiglio Supremo delle Antichità Egizie, che si inaugurerà a Roma il prossimo autunno
L’umorismo nazionale si è scatenato sull’opera dell’artista, allestita in piazza Municipio. Ma dai figli arriva una testimonianza d’affetto nei confronti del padre e della città