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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliÈ morta a New York il 5 agosto, all’età di 92 anni, la collezionista, stilista e mecenate Marie-Christophe de Menil (nota anche semplicemente come Christophe de Menil), che aveva stretto solidi rapporti di amicizia con molti artisti importanti del Novecento.
Apparteneva alla famiglia Menil dei celebri collezionisti d’arte; i suoi genitori, John e Dominique de Menil, possedevano una notevole raccolta e a Houston istituirono la Menil Collection, importante museo texano.
Marie-Christophe de Menil era nata a Parigi nel 1933. Con l’ascesa al potere del nazismo, i de Menil fuggirono dalla Francia verso la Spagna, poi all’Avana e infine a Houston, dove Schlumberger, la compagnia petrolifera che John de Menil aiutava a gestire, aveva le sue attività americane.
Negli anni Sessanta de Menil lanciò ufficialmente la sua carriera nella moda, trasformando la sua casa in un atelier. A partire dal 1980, lavorò come stilista per il regista teatrale e artista Robert Wilson, le cui produzioni spesso presentavano i suoi abiti. Nel 1984 iniziò a disegnare abiti per clienti privati (un abito da sera rosso da lei disegnato, appartenente alla collezione del 1992, è ora conservato al Metropolitan Museum of Art). Ristrutturando la sua casa di New York, affidò il progetto a Frank Gehry e incaricò lo scultore Doug Wheeler di concepirne l’illuminazione. Nel 1987 vendette poi l’immobile a Larry Gagosian.
Christophe annoverava tra i suoi amici più cari Merce Cunningham, Andy Warhol e Willem de Kooning. I legami con l’arte si estendevano anche nella sua vita privata. Dopo che il suo primo marito, Robert Thurman, l’aveva lasciata, sposò l’artista Enrique Castro-Cid. Un suo nipote era Dash Snow, un artista morto a 27 anni nel 2009.
In parte grazie a queste conoscenze, le fu concessa anche la possibilità di avviare una collezione tutta sua, che comprendeva opere di René Magritte, Barnett Newman e molti altri. Di tanto in tanto vendeva qualche opera d’arte. Secondo il quotidiano «The New York Times», nel 1965, per finanziare la ristrutturazione della sua casa, vendette opere d’arte per un valore di 2 milioni di dollari presso quella che allora si chiamava Sotheby Parke Bernet. Da Sotheby’s nel 1985 vendette Ulysses (1952) di Barnett Newman. Il dipinto, che nella circostanza fruttò 1,59 milioni di dollari, stabilì allora il nuovo record all’asta per l’artista americano.
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