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Sylvain Amic

Foto tratta da Wikipedia: Foto: The Huffington Post | Fair Use

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Sylvain Amic

Foto tratta da Wikipedia: Foto: The Huffington Post | Fair Use

Addio a Sylvain Amic, presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie

L’improvvisa e prematura scomparsa di un «grande servitore dello Stato», come ha dichiarato la ministra francese della Cultura Rachida Dati

È morto improvvisamente ieri 31 agosto, all’età di 58 anni, a Bagnols-sur-Cèze, nel dipartimento del Gard, Sylvain Amic, presidente dei musei d’Orsay e dell’Orangerie dall’aprile 2024. L’annuncio è stato dato con un post su X dalla ministra francese della Cultura Rachida Dati, che ha elogiato il suo «spirito aperto e creativo». «Con la sua scomparsa, la cultura perde uno dei suoi migliori conoscitori e la Francia un grande servitore dello Stato», ha aggiunto. «La sua scomparsa è uno shock», è intervenuto, sempre su X, il presidente Emmanuel Macron. «A Montpellier, Rouen o Parigi, Sylvain Amic lavorava affinché tutti potessero accedere alle meraviglie dell’arte, da Soulages a Manet».

Conservatore generale del patrimonio al Musée Fabre all’inizio degli anni Duemila, direttore della Réunion des musées métropolitains di Rouen-Normandia fino al 2022, poi consigliere responsabile dei musei sotto il dicastero di Rima Abdul Malak (ministra della Cultura dal 2022 al 2024), Amic curò numerose mostre, tra cui alcune dedicate al Romanticismo e all’Impressionismo. Ha sempre promosso una politica a favore della parità, sia nelle assunzioni sia per le «quote rosa» degli artisti esposti. Istituì un sistema di voto («La chambre des visiteurs», «La camera dei visitatori»), in cui il pubblico poteva indicare quali opere desiderava che uscissero dai depositi e fossero esposte nelle sale.

In qualità di consigliere di gabinetto del Ministro della Cultura, gli si riconosce il merito di aver lavorato alla politica nazionale a favore dei mestieri d’arte e alla preparazione delle leggi a favore della restituzione dei beni saccheggiati o dei resti umani.

A Orsay, dove era succeduto a Christophe Léribault, oltre alla ricerca di mecenati e fondi per i lavori, al lancio di mostre, all’attuazione di una politica a favore dei giovani e alla creazione di un ambizioso programma di ricerca sui beni razziati, era uno dei principali «motori» della politica a favore della ruralità attuata da Rachida Dati.

Redazione, 01 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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