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L'Institut Giacometti apre a Parigi il 21 giugno nell'atelier che fu del pittore Paul Follot. L'azienda italiana Goppion ha realizzato la parete vetrata che protegge la ricostruzione dello studio di Giacometti

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L'Institut Giacometti apre a Parigi il 21 giugno nell'atelier che fu del pittore Paul Follot. L'azienda italiana Goppion ha realizzato la parete vetrata che protegge la ricostruzione dello studio di Giacometti

A Parigi Giacometti nell’intimo

Apre il 21 giugno uno spazio per mostre, ricerca e laboratori insieme agli archivi e alla collezione privata dell'artista

Luana De Micco

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Non chiamatelo museo: l’Institut Giacometti aprirà le porte il 21 giugno prossimo al 5 rue Victor Schoelcher, nel quartiere degli artisti, Montparnasse, dove anche Alberto Giacometti (1901-66) visse a partire dal 1922. «A Parigi c’è già un’ampia offerta di musei. Abbiamo voluto inventare un nuovo modello di istituzione aperta al pubblico», ha spiegato Catherine Grenier, direttrice della Fondation Giacometti, incontrando i giornalisti a marzo.

L’Institut Giacometti ospiterà dunque delle mostre (tre-quattro all’anno), ma sarà anche un laboratorio per la ricerca sull’arte moderna, l’École des modernités, con borse di studio, conferenze e la biblioteca personale di Giacometti, e un Cabinet des arts graphiques per accedere alla collezione di disegni dell’artista, circa 5mila. La Fondation possiede anche 350 sculture, 90 dipinti e un ricco archivio: la più grande collezione di opere di Giacometti al mondo. L’Institut avrà sede in quello che fu l’atelier dell’artista Paul Follot, in un palazzo costruito tra il 1912 e il 1914, con mosaici in facciata, ghirlande scolpite, vetrate e finestre curvilinee.

A pochi passi viveva Simone de Beauvoir, amica di Giacometti. Gli spazi, vuoti dagli anni Cinquanta, sono stati ristrutturati dall’architetto Pascal Grasso, in collaborazione con Pierre-Antoine Gathier, architetto dei monumenti storici. Per l’operazione sono stati investiti 4,5 milioni di euro. L’atelier di Giacometti della rue Hyppolyte-Maindron, una stanza di 24 metri quadrati con soppalco, che oggi appartiene a un privato, è stato ricostituito in modo identico per l’Institut Giacometti. I mobili, gli strumenti di lavoro, le ultime opere su cui l’artista stava lavorando e persino le pareti erano state recuperate alla morte dell’artista dalla moglie Annette.

Per l’apertura di giugno sono state restaurate una quarantina di opere della collezione; alcune, in particolare dei lavori in terra molto fragili, saranno esposte per la prima volta al pubblico. «Abbiamo un approccio diverso da un museo. Il nostro scopo non è di attirare un pubblico vasto, ma di accoglierlo bene, fare in modo che la visita sia piacevole, senza file, senza calca. Vogliamo creare un vero spazio di intimità con l’artista e la sua opera», ha spiegato Catherine Grenier.

L’Institut Giacometti si visiterà solo su prenotazione online per un massimo di 40 persone nella stessa fascia oraria. La mostra inaugurale sarà sull’atelier di Giacometti visto da Jean Genet.

Un render dell'Institut Giacometti di Parigi: aprirà al pubblico il prossimo 21 giugno. © Succession Giacometti

L'Institut Giacometti apre a Parigi il 21 giugno nell'atelier che fu del pittore Paul Follot. L'azienda italiana Goppion ha realizzato la parete vetrata che protegge la ricostruzione dello studio di Giacometti

Luana De Micco, 16 aprile 2018 | © Riproduzione riservata

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