È stata annunciata ieri, nella Sala dell’Orologio di Palazzo Marino a Milano, l’irripetibile esposizione che dal 21 marzo al 24 giugno vedrà riunito, nel Museo Poldi Pezzoli, il polittico che Piero della Francesca realizzò tra il 1454 e il 1469 per l’altare maggiore della Chiesa degli Agostiniani di Borgo San Sepolcro (Arezzo).
Smembrata e dispersa già alla fine del Cinquecento, di quella pala grandiosa restano otto pannelli (mancano la tavola centrale e la gran parte delle predella), divisi tra la Frick Collection di New York, il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona, la National Gallery di Londra, la National Gallery of Art di Washington e il Museo Poldi Pezzoli, che conserva il «San Nicola da Tolentino».
Con il supporto di Fondazione Bracco, main partner (che ha messo a disposizione anche la sua tecnologia di imaging per le indagini diagnostiche), il museo milanese è riuscito a realizzare ciò che sinora non si era mai potuto fare, a dispetto dei tentativi di tanti musei del mondo: riunire, a 555 anni dal suo compimento, tutto ciò che è giunto sino a noi del Polittico Agostiniano di Piero della Francesca.
Ideata dalla direttrice del Poldi Pezzoli, Alessandra Quarto, e curata da Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston), la mostra «Piero della Francesca. Un capolavoro riunito», alla cui realizzazione concorrono Lavinia Galli, Federica Manoli e Arianna Pace (Museo Poldi Pezzoli), sarà presentata nell’allestimento di Italo Rota e dello studio di design CRA-Carlo Ratti Associati, che valorizzerà tra l’altro i dettagli dei tessuti, dei gioielli, delle armature dipinte da Piero, in dialogo con le preziose raccolte di arti decorative del museo.
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