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Un’opera di Luján Pérez proposta dalla newyorkese Swivel Gallery a Salón ACME. Cortesia di Swivel Gallery e dell’artista

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Un’opera di Luján Pérez proposta dalla newyorkese Swivel Gallery a Salón ACME. Cortesia di Swivel Gallery e dell’artista

ZONAMACO supporta i suoi talenti

La scena artistica di Città del Messico è vivace, ma alle fiere fanno affari soprattutto gli espositori locali e gli artisti latini

Elisa Carollo

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La settimana dell’arte di Città del Messico si è chiusa il 12 febbraio confermandosi in crescita sia in termini di offerta che di potenziale domanda.  L’interesse e l’affluenza sono stati alti per tutte le fiere, soprattutto nella principale, ZONAMACO, che ha registrato più di 77mila visitatori grazie alla presenza di nuovi pubblici.

Gli espositori internazionali lamentano però anche quest’anno la lentezza nelle trattative, che spesso non conducono alle vendite finali:  «A ZONAMACO mancano i collezionisti che comprano da espositori internazionali e il supporto della fiera nel promuovere le gallerie che arrivano da fuori»,  è il commento del gallerista Eduardo Secci (Firenze e Milano).

Non sono mancati comunque avvistamenti di collezionisti influenti della regione come Ella Fontanals-Cisneros, Antonio Murzi, Zacarías Martín e curatori di musei da ogni latitudine.

In tutte le fiere (oltre a ZONAMACO, Material e Salón ACME), a riportare vendite già nelle prime ore sono state soprattutto gallerie locali, come l’opera di Donna Huanca venduta per 95mila dollari a ZONAMACO da Travesía Cuatro (con sedi a Guadalajara, Città del Messico e Madrid), parte della nuova serie prodotta per la mostra personale appena aperta al MAZ, museo di Zapopan.

È andato molto bene il primo giorno anche per la galleria RGR di Città del Messico. A ZONAMACO ha ceduto lavori sia di un’artista internazionale come France-Lise Mcgurn (prezzi da 30mila a 70mila dollari) che di maestri latini come Carlos Cruz-Diez (prezzi intorno ai 70mila dollari) e Jesús Rafael Soto, di cui la galleria ha aperto in questa settimana nei propri spazi una personale in collaborazione con la fondazione dell’artista.

Il mercato messicano si conferma però anche visionario sostenitore di opere più impegnative e «museali», come nel caso dell’ampia installazione di Edgar Orlaineta (1972) di Proyectos Monclova, Città del Messico, acquisita da un influente collezionista locale per 65mila dollari.

Soddisfatta un’altra realtà messicana come OMR, il cui stand in fiera ha visto un ottimo turn over, alla pari della spettacolare mostra di Alicja Kwade, ospitata in galleria, che nei primi giorni di apertura aveva già avuto 30mila visitatori e numerose vendite a istituzioni e collezionisti prevalentemente messicani (prezzi da 20mila a 450mila dollari).

Tutto sembra confermare che le fiere siano andate più che bene per le gallerie della regione o che presentano artisti dell’America Latina. Non a caso le poche «mega» presenti hanno puntato su stand che sapessero parlare al pubblico locale, come le opere di Mark Bradford da Hauser & Wirth, il cui ricavato andrà a sostegno del nuovo programma di residenze dell’artista in collaborazione con il MAZ Museum in Guadalajara e le sculture dell’artista messicano Alma Allen presso la newyorkese Kasmin Gallery che nella settimana ha inaugurato una mostra al Museo Anahuacalli.

Le collaterali Material e Salón ACME, anch’esse concluse il 12 febbraio, sembrerebbero essere preferite da alcuni collezionisti internazionali, soprattutto americani, attenti alla scena emergente, come ha dichiarato la coppia Jaehee Park e Emiliano Casarosa fondatori di Lacasapark a Gardiner, New York.

A Material si sono registrate vendite immediate per artisti come Alejandro García Contreras (prezzi dai 2mila ai 7.500 dollari), per il duo ASMA dalla messicana Peana (opere sui 4mila dollari, mentre faticano quelle più care anche da House of Gaga a ZONAMACO, nonostante siano fra gli artisti emergenti messicani più apprezzati) e per la giovanissima colombiana Raquel Moreno da Sketch, spazio di Bogotà (1.800 dollari)

È cresciuta di livello, e soprattutto di notorietà, anche l’altra kermesse parallela, Salón ACME, con altissima affluenza per tutta la sua durata, e letteralmente a tutte le ore, grazie anche al formato ibrido capace di offrire un’esperienza unica fra allestimenti curati, location storica e attive aree comuni. Anche qui non sono mancate le vendite, come nel caso delle riflessioni esistenziali di Luján Peréz (Madrid, 1991; vive a Brooklyn), di cui già all’inaugurazione la galleria newyorkese Swivel ha venduto due opere, a 7.500 dollari ciascuna.

Un’opera di Luján Pérez proposta dalla newyorkese Swivel Gallery a Salón ACME. Cortesia di Swivel Gallery e dell’artista

Elisa Carollo, 14 febbraio 2023 | © Riproduzione riservata

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