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Un Rauschenberg del 1963 e un Rothko mai passato in asta

Panoramica sull'asta londinese di arte contemporanea del 7 marzo di Christie's

Ermanno Rivetti

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Grazie al successo delle mostre alla Royal Academy («Espressionismo astratto», chiusasi il 2 gennaio) e alla Tate Modern («Robert Rauschenberg», che termina il 2 aprile) nei mesi scorsi l’arte americana del dopoguerra è stata al centro dell’attenzione a Londra. La parola passa ora al mercato.

A pilotare la vendita serale di Christie’s di arte contemporanea in programma a Londra il 7 marzo saranno le presenze di Rothko e Rauschenberg.

Il caldo e vibrante «No. 1» di Mark Rothko (1949), con stime da 9,4 a 14,1 milioni di euro, fa parte di una serie di 12 opere che vennero esposte per la prima volta nel 1950 alla storica personale dell’artista presso la Betty Parson’s Gallery di New York.

Nove di esse si trovano in musei Usa, tra cui il MoMA e la National Gallery di Washington; un’altra appartiene a Christopher Rothko, figlio dell’artista; altre ancora sono in collezioni private.

«Fu una delle prime volte in cui Rothko utilizzò questa composizione, che segna l’inizio dell’Espressionismo astratto e una svolta culturale epocale in America», dice Francis Outred, presidente del dipartimento di Arte del dopoguerra e contemporanea per l’Europa. Rothko la tenne con sé fino alla morte ed è la prima volta che compare all’asta, consegnata da un collezionista europeo.

«Transom» (1963), di Robert Rauschenberg, fa parte di una serie di dipinti che l’artista statunitense realizzò all’epoca in cui si aggiudicò il Gran Premio per la Pittura alla Biennale di Venezia del 1964, e a quel suo periodo è stata dedicata una specifica sala nella retrospettiva in corso alla Tate.

Rimasta invenduta da Sotheby’s a New York nel 2009, con stime tra i 4 e i 6 milioni di dollari, venne venduta privatamente dopo l’asta all’attuale proprietario. Viene ora proposta con stime di 4,7-7 milioni di euro.

«Quello fu un anno particolarmente duro per il mercato, osserva Outred. Da allora però abbiamo assistito a una sostanziale crescita per le opere dei più importanti artisti del dopoguerra in generale, ma anche, in particolare, per quelle di Rauschenberg». Alle vendite newyorkesi le due opere attirerebbero forse maggiore interesse, ma secondo Outred il successo delle due mostre museali londinesi ha indotto i proprietari a vendere le opere da questo lato dell’oceano.

«Alle vendite londinesi dello scorso ottobre, aggiunge Outred, si è anche assistito a una notevole crescita delle offerte americane e asiatiche, in parte dovuta al crollo delle quotazioni della sterlina dopo la Brexit». Con notizie che quotidianamente influenzano i tassi di cambio, tuttavia, nessuno può prevedere che valore avrà la sterlina la sera dell’asta.

Ermanno Rivetti, 20 febbraio 2017 | © Riproduzione riservata

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