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Un clima incredibilmente rassicurante

Alle aste di impressionisti e moderni alte percentuali di venduto e migliori incassi di sempre. I buoni esiti aiutati anche dalla sterlina debole

Ermanno Rivetti

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Incassi in aumento, maggior disponibilità di opere di fascia alta, prezzi record: il clima alle vendite di arte impressionista, moderna e surrealista di fine febbraio-inizio marzo è stato a Londra molto migliore di quello dell’anno scorso.

Christie’s, 28 febbraio
Il 28 febbraio da Christie’s l’atmosfera era frizzante dopo il brillante incasso delle aste serali di arte impressionista, moderna e surrealista (160,3 milioni di euro diritti compresi e una percentuale di venduto del 92%), che rappresentano un incremento del 45% rispetto alle cifre dello scorso anno. Jay Vincze, responsabile per l’arte impressionista e moderna di Christie’s a Londra, ha definito l’exploit «incredibilmente rassicurante per il mercato», un risultato ulteriormente rafforzato dal continuo calo di valore della sterlina, fatto che rende le aste più attraenti per i compratori stranieri, specialmente per i collezionisti asiatici che pare siano accorsi in massa.


Tra i successi della serata il record per «La corde sensible» di René Magritte (1960). L’opera è stata aggiudicata alla cifra di 16,9 milioni: appena sopra la stima minima di 16,4 milioni ma comunque superiore di quasi 6 milioni al precedente record. L’opera ha guidato l’asta surrealista, che ha ottenuto il suo massimo risultato di sempre da Christie’s: 49,9 milioni di euro diritti compresi, contro stime di 38,4-52,5 milioni).


Magritte si è dimostrato popolare, con un’altra delle sue opere, «Le domaine d’Arnheim» del 1938, venduta a 11,9 milioni di euro, contro una stima massima di 9,9. Quest’opera, tuttavia, ha lasciato l’amaro in bocca al proprietario, il miliardario russo Dmitrij Rybolovlev che l’aveva acquistata a 43,5 milioni di dollari dal mercante privato svizzero Yves Bouvier. L’asta aveva altre opere provenienti dalla collezione di Rybolovlev


Buone notizie invece per la filantropa e collezionista Barbara Lambrecht, che ha venduto 13 opere che andranno ad arricchire la Rubenspreis Sammlung del museo d’arte contemporanea di Siegen, in Germania. I lotti sono stati complessivamente aggiudicati per 18,6 milioni di euro. Tra questi un bel ritratto di Berthe Morisot, sobrio e quasi monocromo, «Femme en noire» (1875) che, venduto per 2,3 milioni di euro, ha più che raddoppiato la stima massima.


Sotheby’s, 1 marzo
La sera successiva, il primo marzo, Sotheby’s ha confermato le tendenze di Christie’s: il mercato dell’arte sembra cambiato rispetto allo scorso anno, e pare essere in aumento il numero di «blue chips» in offerta. La somma degli incassi delle aste di impressionisti e moderni e dei surrealisti, 228,1 milioni di euro (con diritti), raggiunti da Sotheby’s rappresenta il miglior risultato di sempre in una sola serata a Londra.


La star dell’evento è stato Gustav Klimt, non solo perché il coloratissimo «Bauerngarten» dell’artista austriaco (1907) è stato venduto a 56 milioni di euro, molto oltre la sua stima di 41 milioni, ma anche perché il suo più sobrio ritratto «Mädchen im Grünen (Ragazza nel verde)» (1896), già oggetto di una questione di provenienza ora risolta, è stato al centro di una lunga gara di rilanci prima di essere aggiudicato a 5 milioni, oltre il doppio della stima massima. Era nella stessa collezione da oltre 40 anni. 


È stata una buona serata anche per le opere tarde di Picasso: dei cinque pezzi datati a partire dagli anni Cinquanta, solo uno si è fermato al di sotto della stima minima, tre all’interno del range e uno al di sopra, il ritratto monocromo di Françoise Gilot, «Femme assise dans un fauteuil sur fond blanc» (1953), venduto per 14,1 milioni dopo una lenta guerra di offerte telefoniche tra tre clienti. 


Poco prima si era assistito a un episodio divertente, quando il mercante Johnny Van Haeften, che di recente ha chiuso la galleria per concentrarsi su brokeraggio e consulenza, si è assicurato «Contra-Composition VII» di Theo Van Doesburg (1924) per 1,9 milioni per conto di due compratori, che si è poi scoperto essere del Museum De Lakenhal di Leida, in Olanda, così visibilmente eccitati da acclamare Van Haeften ad alta voce, con gran divertimento generale. Le offerte per i lotti principali sono sembrate provenire prevalentemente dagli specialisti newyorkesi della casa d’aste, mentre la sera precedente Christie’s è sembrata attrarre più interesse da parte di clienti asiatici.

Ermanno Rivetti, 06 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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