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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliUna mostra al Macro, divisa in due sezioni, celebra il centenario della nascita di Toti Scialoja (1914-98), in veste di pittore, sì, ma anche di poeta, scenografo e amico di artisti. È infatti la complessità di questo intellettuale a tutto tondo che «100Scialoja. Azione e pensiero» (questo il titolo della mostra) vuole riaffermare. La curatela è stata sottoposta a un comitato scientifico che riunisce i tre poli promotori: la Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali con Federica Pirani, Claudio Crescentini ed Enrico Stassi, la Fondazione Toti Scialoja con Onofrio Nuzzolese e l’Accademia Di Belle Arti di Roma con la direttrice Tiziana D’Acchille e il docente Gabriele Simongini. Scialoja fu, infatti, anche direttore, nel 1982, dell’Accademia, e, tra gli anni Cinquanta e Ottanta, docente che formò artisti quali Pascali, Kounellis, Fioroni, Nunzio, Pizzi Cannella e Tirelli. La prima mostra, aperta dal 27 marzo al 6 settembre, riunisce nella Sala Enel 1 circa 60 opere che documentano l’intero percorso artistico di Scialoja, dall’espressionismo di marca soutiniana degli esordi nei tardi anni Trenta, all’approdo negli anni Cinquanta alla pittura informale, mediante il contatto con Willem de Kooning, dal superamento del gesto nella serie delle «Impronte» degli anni Sessanta, al passaggio alla scansione ritmica e geometrica della superficie sul finire del decennio e, infine, dopo una lunga pausa di riflessione, il ritorno fiammante alla pennellata libera, ampia e casuale dei grandi teleri degli anni a partire dal 1982 alla morte. Vicino ai dipinti, una cinquantina tra bozzetti per scenografie e costumi delle tante collaborazioni teatrali dell’artista con i maggiori coreografi e drammaturghi del tempo (da Milloss a Sanguineti), oltre ai disegni realizzati a illustrazione di libri di filastrocche per bambini, scritte dallo stesso artista, perseguendo, come nella sua produzione lirica per adulti, un raffinato gusto del nonsense, dalla raccolta Amato topino caro del 1971 a Ghiro ghiro tonto del ’79. Dal 21 maggio al 6 settembre nella Sala Enel 2, aprirà la sezione della mostra dedicata agli amici di Scialoja, che illustra la fitta rete di rapporti umani e culturali intessuti per tutta la vita dall’artista. Le opere, provenienti, come nella prima esposizione, dalla collezione privata dell’artista, ora presso la Fondazione a lui intitolata, sono una sessantina, e portano la firma di Afro, Burri, Calder, Colla, De Kooning, Fontana, Gorky, Guston, Mafai, Mauri, Melotti, Mirko, Morandi, Motherwell, Sadun, Stradone, Twombly, Pepper, Perilli e altri.
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