Tutti in Cina! Tate, V&A, Beaubourg e ora anche gli Uffizi

Il museo fiorentino invierà dipinti di Botticelli, Raffaello, Canaletto e diversi altri artisti al Bund One Art Museum di Shanghai per una serie di dieci mostre nei prossimi cinque anni

«Pallade e il Centauro» (1480-85 ca) di Sandro Botticelli (particolare)
Cristina Ruiz |

Le Gallerie degli Uffizi di Firenze invieranno dipinti di Botticelli, Raffaello, Canaletto e diversi altri artisti al Bund One Art Museum di Shanghai per una serie di dieci mostre nei prossimi cinque anni. La prima mostra, «Botticelli e il Rinascimento», aprirà il prossimo aprile come parte di uno scambio culturale dell’anno Italia-Cina.

Comprenderà circa 50 opere dell’artista e dei suoi contemporanei in prestito dal museo fiorentino. «Siamo tra i pochissimi musei, forse gli unici al mondo, che possono permettersi prestiti così generosi di artisti celebri senza perdere nessuna delle nostre ricchezze», ha detto al quotidiano «la Repubblica» Eike Schmidt, direttore degli Uffizi.

Non c’è il rischio di «svuotare» le collezioni, ha aggiunto. I dipinti di Botticelli che andranno in Cina includono «Pallade e il Centauro» (1480-85 ca) e altre opere che sono attualmente in deposito. Le tele più famose dell’artista, «La nascita di Venere» e «La Primavera», rimarranno a Firenze. La seconda mostra (settembre 2022-gennaio 2023) si concentrerà sugli autoritratti che vanno dal XVI al XIX secolo e includerà un’opera di Raffaello, mentre la terza (marzo-luglio 2023) mostrerà dipinti di Canaletto e dei suoi contemporanei.

Solo per queste prime tre mostre, il museo italiano riceverà 2 milioni di euro più una percentuale non rivelata sulle vendite dei biglietti. «Si tratta di un’iniziativa di valore strategico, un’opportunità per presentare il patrimonio culturale italiano sulla scena cinese», ha detto il ministro Dario Franceschini. L’accordo multimilionario è stato mediato dal Ministero degli Esteri italiano, dal Ministero della Cultura, dall’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e dall’ambasciatore italiano a Pechino.

L’iniziativa degli Uffizi segue importanti progetti e collaborazioni in Cina lanciati dalla Tate e dal Victoria and Albert Museum di Londra e dal Centre Pompidou di Parigi. Il museo fiorentino non ha rivelato se l’iniziativa è stata esaminata da un comitato etico o se qualcuno dei suoi dirigenti ha sollevato riserve sulla collaborazione con uno Stato accusato di scarse garanzie per i diritti umani e che sta detenendo circa un milione di uiguri in campi di prigionia nella regione dello Xinjiang.

Il Bund One Art Museum è di proprietà di una società statale cinese, anche se le mostre sono organizzate da una società privata, Tix Media. Le mostre precedenti includono dipinti di Monet in prestito dal Musée Marmottan di Parigi e una mostra di arte italiana, tra cui opere di Raffaello, Mantegna, Giovanni Bellini e Lorenzo Lotto dall’Accademia Carrara di Bergamo.

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