Redazione GDA
Leggi i suoi articoliCompletata nel 1472, con l’inconfondibile facciata a bande bianche e rosse, la Chiesa di Santa Maria del Soccorso è annessa al cimitero monumentale e al suo convento. Dopo i lavori seguiti ai danni del terremoto del 2009, che rivelò il degrado diffuso dell’edificio, ha riaperto i battenti a maggio.
A gestire l’intervento il segretario regionale per i beni culturali Stefano D’Amico, con la Soprintendenza speciale di L’Aquila guidata da Alessandra Vittorini e la collaborazione dei Comuni del cratere. Per la parte strutturale, ha spiegato l’architetto della Soprintendenza Franco De Vitis, «il terremoto aveva provocato la rotazione della facciata e delle pareti laterali, cedimenti strutturali, alcuni crolli e fessurazioni. Il restauro ha fornito l’occasione per un miglioramento sismico dell’intero complesso, integrando materiali della tradizione e moderni, senza interventi invasivi».
I capitoli artistici, diretti da Biancamaria Colasacco della Soprintendenza, sono stati affidati alla ditta Rosa Edilizia srl con il coordinamento della restauratrice Jenny Rolo della ditta Praxis. «Le superfici lapidee della facciata, nota la restauratrice, erano in stato di degrado avanzatissimo, in particolare la pietra rossa. Il risultato estetico è esaltante».
Al contempo sono stati tratti in salvo i dipinti dell’intradosso dell’arco trionfale e recuperati i sepolcri di Jacopo di Notar Nanni (il mecenate che finanziò la costruzione del complesso) del 1504 e di Luigi Petricca Pica del 1506. Restaurati inoltre pavimento, parti lapidee del chiostro, il coro ligneo del 1538 e un inedito lacerto di affresco nel transetto destro.
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