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Dai wallpaper per cui lo conosciamo i cieli sono sempre assenti, negati dalla decorazione all over che li esclude. Nella nuova mostra (la quarta) da Francesca Minini, intitolata «Terrestre», visibile dal 18 novembre al 12 gennaio, Francesco Simeti ha capovolto quella prospettiva e ha appuntato l’attenzione proprio sui cieli (nei collage di carte, intitolati come la mostra) e sull’acqua (nella doppia proiezione di 80 diapositive intitolata «Corpi»).
Terra, acqua e aria, dunque, in una riflessione più che mai attuale su questi tre elementi un tempo ritenuti beni illimitati, che invece l’uomo sta consumando con rapinosa e sconsiderata voracità. Undici i collage in mostra, realizzati con porzioni di cieli tratte dalle diverse sezioni del «New York Times» (da quelli che fanno da sfondo a fatti politici a quelli, iper-luminosi, della sezione dell’immobiliare), decontestualizzate e ricomposte in una progressione cromatica che dall’azzurro vira al viola, al blu scuro, al rosso vivo.
Simeti conserva la composizione a griglia del quotidiano ma cancella ogni coordinata visiva capace di suggerire l’identificazione del luogo. Allo steso modo, le acque del ciclo «Corpi», tratte da fonti disparate, possono essere quelle, terribili, delle alluvioni o delle traversate dei migranti, o quelle vacanziere di pubblicità caraibiche, ma nessun suggerimento è offerto all’osservatore per poterle situare nel tempo e nello spazio. Al centro, il complesso scultoreo «Muro» che, suggerisce Luigi Fassi, allude con sgomento al «Blue Lives Matter», movimento che «rivendica un dominio politico di matrice bianca, violenta e militare».

«Terrestre II» (2021) di Francesco Simeti (particolare). Foto Dario Lasagni. Cortesia dell'artista e di Francesca Minini

«Terrestre I» (2021) di Francesco Simeti (particolare). Foto Dario Lasagni. Cortesia dell'artista e di Francesca Minini
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