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La mostra su Beethoven in programma al Kunsthistorisches Museum a settembre
- Flavia Foradini
- 23 luglio 2020
- 00’minuti di lettura


John Baldessari, «Beethoven’s Trumpet [with Ear] Opus # 133», 2007. Foto Timo Ohler © John Baldessari, cortesia dell’artista e di Sprüth Magers e Beyer Projects
Roll over Beethoven
La mostra su Beethoven in programma al Kunsthistorisches Museum a settembre
- Flavia Foradini
- 23 luglio 2020
- 00’minuti di lettura
Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliVienna. Nel 250mo anniversario della nascita di Beethoven, compositore tedesco che a Vienna visse a lungo e morì nel 1827, il Kunsthistorisches Museum, in una mostra originariamente prevista dal 25 marzo al 5 luglio (e ora scadenziata tra il 29 settembre e il 24 gennaio del prossimo anno) produce un percorso espositivo che fa dialogare opere di artisti figurativi del passato e del presente con la figura e l’universo musicale di Beethoven.
Col titolo «Beethoven muove», 120 dipinti, disegni, sculture, ma anche video e tante registrazioni audio creano un tessuto visivo e sonoro sospeso tra arte e musica. Un viaggio sia musicale che artistico, durante il quale si possono fra l’altro ascoltare brani da tutte le 32 sonate per pianoforte, cui la 43enne tedesca Jorinde Voigt ha dedicato altrettanti disegni e che sono inoltre giustapposte a un’opera monumentale del 42enne inglese Idris Khan.
La V Sinfonia è esplicitata dai «Caprichos» del coevo Francisco de Goya, come da opere di altri due artisti che vissero lo stesso periodo storico di Beethoven: Caspar David Friedrich e J.M.W. Turner. La selezione di opere comprende pure sculture di Rodin, il misterioso pianoforte a coda di Rebecca Horn, lavori di Anselm Kiefer, John Baldessari e Guido van der Werve, nonché un’opera realizzata appositamente da Tino Sehgal.
Curata da Andreas Kugler, Jasper Sharp, Stefan Weppelmann e Andreas Zimmermann, la mostra propone esclusivamente opere provenienti da prestiti: «Non volevamo un tipo di mostra che i nostri visitatori potessero aspettarsi e del resto egli fu un musicista che sorprese spesso il suo pubblico. Da qui l’idea di abbinare la sua musica a opere d’arte che la rispecchino o che possano evocare associazioni».

John Baldessari, «Beethoven’s Trumpet [with Ear] Opus # 133», 2007. Foto Timo Ohler © John Baldessari, cortesia dell’artista e di Sprüth Magers e Beyer Projects