Pasticciacci al Colosseo

Una sequenza grottesca di quattro errata corrige nei bandi per biglietteria e vigilanza. Un pentito mette in difficoltà il secondo lotto e la Raggi fa ricorso

Federico Castelli Gattinara |  | Roma

Mentre si aspetta di sapere chi sarà a guidare il Parco archeologico del Colosseo, l’ultimo partorito dalla riforma Franceschini (la selezione pubblica, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti il 14 aprile, si concluderà il 30 giugno con la scelta tra gli 84 candidati in lizza) due pasticci e una polemica di cui francamente non si sentiva proprio il bisogno si abbattono sul monumento più famoso e visitato d’Italia, con i suoi 6,4 milioni di visitatori l’anno.
 
Il primo coinvolge la Consip, la centrale unica per gli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, società in house del Ministero dell’Economia e Finanze potenziata dal governo Renzi, che ne mise a capo Luigi Marroni, già direttore dell’Azienda Sanitaria di Firenze e poi assessore al diritto alla Salute della Regione Toscana, oggi nell’occhio del ciclone in veste di grande accusatore nelle
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