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A Lugano due mecenati per il Masi e per il Lac
- Ada Masoero
- 16 maggio 2018
- 00’minuti di lettura


«Gli anni in tasca», 1999, di Vincenzo Cabiati
Olgiati donati e depositati
A Lugano due mecenati per il Masi e per il Lac
- Ada Masoero
- 16 maggio 2018
- 00’minuti di lettura
Nel momento dell’avvicendamento alla direzione del Masi-Museo d’arte della Svizzera italiana fra Marco Franciolli, che lo ha inaugurato nel 2015, e Tobia Bezzola, direttore dallo scorso gennaio, la mostra «Noi e il Masi. Donazione di Giancarlo e Danna Olgiati» (sino al 29 luglio, a cura di Marco Franciolli) getta un ponte tra passato e futuro.
La donazione al Masi di 76 opere della ricchissima collezione Olgiati è, infatti, il frutto di vent’anni di collaborazione intensa tra la coppia di collezionisti e Marco Franciolli, sin dai tempi in cui dirigeva il Museo Cantonale di Lugano. Scaturita dal loro costante scambio d’idee, la scelta delle opere ha portato nel museo lavori capaci di dialogare al meglio con la collezione permanente, integrandone le lacune o arricchendone certe sezioni.
Quattro i nuclei in cui i lavori sono divisi. Otto sono di artisti internazionali (Christian Boltanski, Liu Ding, Shannon Ebner, Karl Haendel), 28 di artisti svizzeri (Adriana Beretta, Martin Disler, Edmondo Dobrzanski, Urs Lüthi, Flavio Paolucci, Luciano Rigolini, Loredana Sperini), 28 di artisti italiani (Stefano Arienti, Francesco Barocco, Riccardo Beretta, Vincenzo Cabiati, Pierpaolo Campanini, Gianni Caravaggio, Roberto Ciaccio, Chiara Dynys, Daniela De Lorenzo, Francesco Gennari, Amedeo Martegani e Perino & Vele) e 12 di fotografia Bauhaus (Lux Feininger, Franco Grignani, Xanti Schawinsky, Luigi Veronesi).
Non è questo, però, il primo gesto di generosità di Giancarlo e Danna Olgiati nei confronti della città di Lugano e del suo polo culturale, il Lac, di cui il Masi fa parte. Da oltre cinque anni, infatti, numerose loro opere di artisti internazionali sono depositate a lungo termine presso il Lac, e presentate nello Spazio -1 (aperto gratuitamente), che è parte del suo circuito. Qui, ogni anno, le opere sono esposte a rotazione in nuovi allestimenti e ora, fino al 27 maggio, è la volta di cento di esse, datate dagli anni Cinquanta del ’900 ad oggi.
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