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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliCosenza. Giuseppe Gallo torna a casa con una mostra antologica, curata da Alberto Dambruoso, aperta, dal prossimo 31 ottobre al 7 gennaio nelle antiche sale del Castello Svevo-Normanno di Cosenza.
Gallo, nato a Rogliano, presso Cosenza, nel 1954, ha lasciato la Calabria nel 1976 per studiare architettura a Roma. Chiamato all’arte, costituì con altri, negli anni Ottanta, il Gruppo di San Lorenzo, assumendo notorietà internazionale. Ma il Sud, e la connessa stagione dell’infanzia, ha rappresentato sempre la stella polare segreta della sua produzione artistica, presentata in gallerie e musei d’Italia, d’Europa e d’America. Ecco che 45 opere, tra dipinti e sculture, realizzate tra il 1985 e il 2015, racconteranno le peregrinazioni dell’artista nei lidi dell’astratto, del figurativo, del visionario, svolto con lo spirito enunciato nel titolo della mostra: «Una notte ho provato a uccidere un sogno. Da allora non mi sono più svegliato».
Memoria, gioco, ironia e poesia sono i modi con cui le opere in mostra illustrano questo sogno, dalla serie scultoree dei «Prismi» e degli «Eroi» al ciclo pittorico «È un monocromo se lo guardi da venti metri». «Gallo morto per amore», «Non piangere amore mio» sono altre opere in mostra, i cui titoli, come sovente nell’artista, narrano una storia o alludono a uno stato d’animo.
Una scultura sarà allestita all’esterno del Castello Svevo-Normanno, perché quando Gallo era piccolo si trovava spesso a passare nel tratto di strada da cui vedeva, in alto, quel grande castello, mentre ora potrà vedere dall’alto se stesso bambino.

Giuseppe Gallo, «Palla di cannone», bronzo, 1985-2015
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