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Il palazzo comunale di Amatrice distrutto

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Il palazzo comunale di Amatrice distrutto

Non facciamo diventare Amatrice un presepe

Prima del sisma del 2016 «il centro del paese era un’opera d’arte totale: servono linee guida, porre un limite alla libertà degli architetti», raccomanda Alessandro Viscogliosi

Stefano Miliani

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Il 24 agosto 2016 il terremoto ha raso al suolo il centro storico di Amatrice. Un volume fresco di stampa risulta quanto mai utile per orientarsi su come ricostruire il nucleo antico senza tradirne la storia. Amatrice. Studi e ricerche per la ricostruzione della città è curato da Alessandro Viscogliosi, ordinario di Storia dell’architettura e direttore della Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio all’Università La Sapienza di Roma. Viscogliosi conosce bene Amatrice e la studiava con una sua squadra già prima del sisma per realizzare, tra l’altro, un plastico di 6 metri per 4 sulla città d’inizio Novecento.

«Come ricostruire un centro storico distrutto? Non esiste una ricetta unica, ci vuole conoscenza, dopo di che si prendono le decisioni progettuali permesse dalla legge, dichiara Viscogliosi. Il restauro prevede un rispetto per i monumenti su valori consolidati, difesi dalle leggi, dalle carte del restauro, dalle convenzioni e dall’opinione pubblica. Vale porre un limite alla libertà dell’architetto per rispetto di quei valori. Per un edificio monumentale non si progettano cose eversive. Cesare Brandi affermava che il restauro deve essere riconoscibile? Bisogna dire la frase completa: Brandi aggiungeva che deve essere riconoscibile a un occhio esperto e a distanza ravvicinata, se no uno può fare qualsiasi cosa».

Il nucleo antico di Amatrice, di fondazione medievale, mostra un disegno urbano rivisto nel Rinascimento dall’architetto pittore Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice. Il libro, terzo di una serie promossa dalla Fondazione Santarelli,comprende testi di Giulia Catalani, Simone Lucchetti, Antonio Mirandola, foto pre e post sisma 2016, documenti preziosi. «Il volume è il primo passo per ricostruire. L’obiettivo è restituire l’identità perduta», riflette il commissario straordinario del sisma 2016 Giovanni Legnini in un incontro al Senato. Dove Giorgio Cortellesi, ingegnere e sindaco da ottobre 2021, aggiunge: «Le frazioni fuori dal centro sono molto più avanti, mentre stiamo iniziando ora a ricostruire il nucleo storico. Speriamo si parta veramente. Dovremo fare un piano del colore, c’è bisogno di una direzione artistica per controllare e ritrovare l’identità. Ci riusciremo grazie anche al plastico».

Già: a che cosa serve il plastico, al quale il libro riserva un capitolo? «Serve a non mandare perduto un sapere architettonico edilizio che aveva creato un’immagine coerente, risponde Viscogliosi. Il centro di Amatrice era un’opera d’arte totale: non dovrà diventare un presepe napoletano, chi ricostruisce deve avere delle linee guida. Le case nuove che reggeranno 50 terremoti dovranno avere uno stile, un’anima, non essere banali, si dovrà prestare attenzione ai materiali, ai colori. La qualità architettonica era umile, però aveva un carattere, corrispondeva al luogo, al clima. Ci vorrebbe un piano d’insieme». Purtroppo, si rammarica Viscogliosi, non esiste un vincolo specifico sul centro.

Che cosa suggerisce? «Ci vorrà qualcosa di strutturato. Serve una campagna di scavi per sapere cosa c’è nel sottosuolo, perché magari diventi un’attrazione turistica. Si potrebbe valorizzare il nucleo di Palazzo Orsini che ha architetture cinquecentesche e tracce di affreschi, ma è privato e non vincolato: se lo Stato lo comprasse potrebbe diventare il museo comunale. Bisognerà riportare i quadri del Museo Civico, che era in un bell’edificio. Da chiese e case sono stati recuperati dipinti, non saranno capolavori ma sono pezzi vivi». In sintesi, per Viscogliosi bisogna preservare la forma urbana e «salvare il salvabile».

Amatrice. Studi e ricerche per la ricostruzione della città, 
a cura di Alessandro Viscogliosi, testi di Giulia Catalani, Simone Lucchetti, Antonio Mirandola e Alessandro Viscogliosi, 207 pp., ill. col. e b/n, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli Onlus-Silvana Editoriale, Roma-Cinisello Balsamo (Mi) 2022, € 30
 

Cartolina storica di corso Umberto I negli anni ’60 del ‘900

Stefano Miliani, 30 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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