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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliFirmato il preliminare di vendita della Casa dei Tre Oci (per circa 8 milioni di euro) tra Fondazione di Venezia e Berggruen Institute. Dopo annunci, smentite e molte polemiche, alla fine sarà l’ente americano voluto da Nicolas Berggruen (miliardario fondatore della Berggruen Holding) a prendere casa nel palazzo sull’isola della Giudecca, noto centro espositivo dedicato all’arte fotografica (nonché sede degli archivi del Fondo Fotografico De Maria e Italo Zannier), per farne la sua prima sede europea.
Scongiurata la destinazione a uso ricettivo, nel recente accordo rientrebbe un utilizzo culturale degli spazi per incontri, workshop (in linea con l’attività dell’Istituto, think thank indipendente e non profit con sede a Los Angeles), esposizioni temporanee anche in collaborazione con altri enti e con il Museum Berggruen di Berlino, che nella sua collezione d’arte moderna vanta, tra le altre, opere di Picasso, Klee, Matisse e Giacometti.
Il presidente di Fondazione di Venezia Michele Bugliesi si dichiara «orgoglioso dell’accordo con un’istituzione prestigiosa che esercita la nostra stessa missione con mezzi e relazioni internazionali» e smentisce ancora una volta, come causa della vendita dell’immobile, il buco finanziario derivante da M9 (il Museo del Novecento a Mestre, finanziato da Fondazione di Venezia con 110 milioni di euro e mai decollato).
Per poter fruire della casa dei Tre Oci un’ultima volta nella sua consolidata veste di spazio dedicato a mostre fotografiche, è in calendario dal 12 marzo al 31 luglio la retrospettiva «Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003», emergenza pandemica permettendo.

La Chiesa delle Zitelle e la Casa dei Tre Oci a Venezia
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