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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliEvoca la corolla d’un fiore il nuovo piccolo anfiteatro che l’architetto Mario Cucinella ha appositamente disegnato per l’Isola di San Servolo. 70 posti a sedere, immersi nel contesto naturalistico dell’isola, dalle forme fluide realizzate grazie all’utilizzo di una stampante 3D: uno spazio, negli intenti, «di relazione e condivisione» che stasera inaugurerà ufficialmente con una performance teatrale di Giancarlo Giannini. 750 blocchi modulari ad incastro in calce naturale di 62 tipologie diverse prodotti in situ rendono la struttura facilmente smontabile e reversibile.
L’idea nasce nell’ottobre del 2024 quando nell’ambito della quinta edizione della Venice Innovation Design, l’evento dedicato all’innovazione sostenibile, Cucinella presenta il concept del progetto denominato «Un fiore a San Servolo» subito accolto dalla città metropolitana di Venezia, proprietaria dell’isola e che attraverso la società interamente partecipata San Servolo srl è incaricata della sua salvaguardia e valorizzazione. Così in meno d’un anno l’idea progettuale è divenuta realtà venendo ad arricchire, con un nuovo spazio all’aperto dedicato a performance artistiche, musicali e teatrali, l’offerta di questo particolare contesto della laguna veneziana.

le operazioni di assemblaggio dei moduli per la costruzione dell’anfiteatro di Mario Cucinella. Foto: Niccolò Baccega
Perché San Servolo, che dista una decina di minuti di vaporetto da San Marco, con alle spalle l’isola di San Lazzaro degli Armeni, ha una storia secolare (convento prima, ospedale militare poi e da ultimo manicomio fino al 1978) ed oggi è sede congressuale, centro culturale e di ricerca (il suo Centro di Soggiorno e Studi conta 170 camere) per una media di oltre 100 eventi all’anno. Sull’isola trovano inoltre sede la Viu-Venice International University, che riunisce più di 20 università da tutto il mondo, la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, la Neuroscience School of Advanced Studies e l’Oceanographic Center in Venice, promosso dall’Unesco.

Giancarlo Giannini
Valore aggiunto è senza dubbio anche la presenza del Parco delle Sculture, promosso dalla Venice International University con il supporto di San Servolo srl. che dal 2005 progressivamente si arricchisce di nuove presenze. Un’iniziativa avviata dall’ambasciatore Umberto Vattani e che conta ad oggi 16 opere dislocate in più punti. La prima a giungere in ordine temporale sull’Isola è stata il «Terzo Paradiso» di Michelangelo Pistoletto (che quest’anno celebra con una pubblicazione Treccani i vent’anni dalla nascita del simbolo) seguita poi da altri celebri nomi del panorama contemporaneo. È di Arnaldo Pomodoro l’opera «Disco in forma di rosa del deserto» metafora della germinazione che accoglie per prima i visitatori; di Gianni Aricò è il monumento alla pazzia che ispirandosi al mito di Niobe rimanda al passato recente dell’isola, sede appunto del noto manicomio, e fonte d’ispirazione anche per Anne-Karin Furunes che con l’opera «Back to Light», in occasione della Biennale 2017, restituisce umanità ai volti delle donne alienate e dimenticate da tutti. Tra gli altri ancora: Fabrizio Plessi, Sandro Chia, Pietro Consagra.
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