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«Ciro fa spegnere il rogo di Creso» (1640-1644) di Pietro Galluzzi

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«Ciro fa spegnere il rogo di Creso» (1640-1644) di Pietro Galluzzi

Nel museo diffuso degli Este

Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi, racconta le radicali trasformazioni impresse: il contemporaneo con Starling, le tecnologie per l'Estense Digital Library e prossimi progetti per i giardini di Sassuolo e per le arti decorative e i disegni nella Galleria di Modena

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Museo «diffuso» come pochi altri in Italia, distribuito com'è in tre città, il sistema delle Gallerie Estensi si dirama nel Palazzo dei Musei di Modena, dove si aprono la Galleria Estense, la Biblioteca Estense e il Museo Lapidario; nel celeberrimo Palazzo dei Diamanti di Ferrara, che ospita la Pinacoteca Nazionale; e nel Palazzo Ducale di Sassuolo, grandiosa «delizia» barocca con giardino all'italiana e grande parco, voluta nel 1634 dal duca Francesco I d'Este.

Dal 2015 questi autentici tesori, frutto del mecenatismo di una delle dinastie più raffinate e munifiche della nostra storia, sono affidati a Martina Bagnoli (Bolzano, 1964), direttrice delle Gallerie Estensi, che in questi anni ha impresso trasformazioni radicali alle istituzioni che le compongono: un'evoluzione-rivoluzione articolata in modi diversi in ognuna di esse ma posta sotto il segno comune dell'ampliamento dei confini, fisici e scientifici, della migliore accoglienza e dell'inclusione di nuovi pubblici e nuove storie.

Martina Bagnoli illustra le novità a «Il Giornale dell'Arte», precisando che si tratta sì di «nuove storie e di confini più vasti, ma sempre radicati nel territorio: com'è accaduto con la recente acquisizione (per la Biblioteca Estense di Modena) della Collezione Virgili, formata da 56 disegni acquerellati del XVII secolo, di soggetto africano, che saranno al centro di una mostra nel 2023. Questi disegni sulla flora e fauna e sulle usanze, i riti e le cerimonie delle popolazioni africane si pongono, infatti, in relazione con i tre libri manoscritti "Araldi", autografi del padre cappuccino Giovanni Antonio Cavazzi da Montecuccolo (oggi Pavullo sul Frignano, Ndr) che fu missionario in Angola e Congo nel secondo '600, acquisiti nel 2019 dalle Gallerie estensi per la Biblioteca Estense. Una sorta di Baedeker per i missionari in partenza per l'Africa, che uscì a stampa nel 1687, postumo ed emendato da un altro frate cappuccino, in un'edizione illustrata in cui sono riprodotti 22 dei nostri disegni».

Da quest'anno le Gallerie Estensi si aprono al contemporaneo con il progetto «Metamorfuoco» di Simon Starling. In quale modo questa mostra si radica nella storia locale e nel territorio?
In realtà, quella del contemporaneo è una vena che appartiene già al nostro Dna, perché a Sassuolo abbiamo un'importante collezione di arte minimalista donata da Giuseppe Panza di Biumo. Ora però, per il nuovo progetto «artist in residence», curato da Gianfranco Maraniello, abbiamo chiesto a Simon Starling (Gran Bretagna, 1967, Ndr) di «abitare» lungamente il nostro museo per conoscere a fondo le nostre opere e di creare un lavoro inedito muovendo da una di esse. Ha scelto la «Caduta di Fetonte», uno degli ottagoni da soffitto di Tintoretto ispirati alle Metamorfosi di Ovidio, acquistati a Venezia da Francesco I d'Este: nessuno di noi aveva mai colto il significato drammaticamente attuale di quell'opera e di quel mito, con le foreste bruciate e i fiumi essiccati dal calore del sole. Nella mostra «Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto» (dall'8 settembre al 31 gennaio prossimo, Ndr), Simon Starling ha voluto esporre in alto, e orizzontalmente, il dipinto, mentre da xilografie della Biblioteca Estense ha tratto un grande disegno, poi tradotto da Marazzi (azienda del territorio, leader mondiale del settore), con un procedimento di stampa digitale di ultima generazione, sul grès porcellanato posto sul pavimento sottostante. Insieme, sono in mostra un avatar dell'artista che racconta la storia dell'uomo e del fuoco, altri lavori di tema affine e telescopi di Mike Davis, in un'allegoria del rapporto dell'uomo con un elemento primario, benefico ma anche distruttore, come il fuoco.
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Di diversa natura, ma sempre nel segno dell'allargamento dei confini e dell'inclusione, è il progetto di digitalizzazione documentale della Raccolta Campori, che ha coinvolto per oltre un anno un gruppo di giovani adulti con autismo. È un unicum in Italia: com'è nato e com'è strutturato?
È un progetto pilota che nasce da una felice coincidenza. A Modena opera l'attivissima associazione di genitori Aut Aut: abbiamo offerto loro l'opportunità di far lavorare un piccolo numero di giovani con spettro autistico (all'inizio erano sei, affiancati da uno psicologo, due educatori e un esperto informatico) in un'attività assai complessa ma ripetitiva, adeguata a questa condizione del neurosviluppo. Si tratta, infatti, di inserire la metadatazione, con ampi parametri identificativi, delle oltre cinquemila schede dei due cataloghi ottocenteschi della collezione di codici e autografi del marchese Giuseppe Campori, ora finalmente accessibili online, con la possibilità di compiere complesse ricerche testuali. Il progetto ha funzionato a meraviglia, tanto che diventerà una cellula dell'Estense Digital Library. L'obiettivo è, infatti, da un lato di rendere disponibili a tutti queste meraviglie ora quasi inaccessibili, consentendo di creare delle «storie» a studiosi, studenti, appassionati e docenti (educare chi educa è uno dei nostri obiettivi da sempre), dall'altro di offrire a questi giovani non solo un'occupazione terapeutica ma un vero e proprio impiego, che li integri nel mondo del lavoro e della cultura.

Quali i progetti per il prossimo futuro?
Abbiamo dei cantieri in partenza in autunno, sulla facciata meridionale e sul parterre del giardino del Castello di Sassuolo. La facciata ha subito numerosi rimaneggiamenti e l'intervento, piuttosto complesso, che durerà un paio d'anni, permetterà di ricucire questa meraviglia barocca con il suo giardino all'italiana, che ne è parte integrante. A Modena, dopo la riqualificazione completa della Biblioteca Estense, sta per iniziare l'ampliamento di mille metri quadri della Galleria Estense, dove troveranno posto le arti decorative (una parte importante delle nostre collezioni), i disegni, la numismatica, oltre alla Biblioteca d'Istituto, formata da figure come Adolfo Venturi e Giulio Carlo Argan, che sarà accessibile su appuntamento. Saranno anche ampliati gli spazi per i servizi educativi, per bambini e per tutto l'arco della vita. Mentre a Ferrara la Pinacoteca Nazionale è stata completamente riallestita e arricchita di nuovi spazi per i depositi.

Martina Bagnoli

Ada Masoero, 06 settembre 2022 | © Riproduzione riservata

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