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Il sepolcro di don Pedro de Toledo nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli

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Il sepolcro di don Pedro de Toledo nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli

Napoli, per il recupero di San Giacomo degli Spagnoli

La cinquecentesca chiesa spagnola è chiusa da tempo e in degrado. Ma ci sono progetti per la sua rinascita

Olga Scotto di Vettimo

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Napoli. La Pontificia reale basilica di San Giacomo degli Spagnoli, voluta dal viceré don Pedro de Toledo nel 1540 ca e realizzata da Ferdinando Manlio, è tra le testimonianze più interessanti dal punto di vista architettonico e storico artistico del periodo vicereale a Napoli. La chiesa nazionale spagnola, restaurata nel 1741, venne inglobata tra il 1819 e il 1825 nel palazzo dei Ministeri del governo borbonico (oggi Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli), realizzato da Stefano e Luigi Gasse che distrussero l’intera insula spagnola costituita dall’ospedale per i poveri, dal Banco di San Giacomo, dal Monte dei Pegni, da due conventi e dalla Real Congregación del SS. Sacramento de la Eucaristía de la Nación Española, istituita nel 1614 dal viceré di Napoli, Conte di Lemos, votata a opere di bene e proprietaria della chiesa da cui prende il nome il Municipio cittadino.

La chiesa attualmente versa nel degrado ed è chiusa al pubblico per motivi di sicurezza. Infatti non solo le infiltrazioni di acque piovana, ma anche l’umidità di risalita, dovuta alla presenza di corsi d’acqua sotterranei e ad antichi locali cimiteriali spagnoli, creano problemi di staticità. Solo di recente, emanato il vincolo storico-architettonico sulla chiesa, il dialogo tra Congregazione, Soprintendenza e Comune ha determinato l’approvazione di un progetto, finanziato dai proprietari, per la messa in sicurezza delle capriate della chiesa e ha determinato l’interesse per la ricerca congiunta dei fondi necessari e urgenti per realizzare i restauri conservativi delle tavole lignee.

La chiesa, a tre navate, con cappelle laterali e absidali, è scandita da archi e pilastri in piperno e si conclude con una profonda abside che conserva, nascosto dall’altare maggiore, opera di Domenico Antonio Vaccaro, un capolavoro della scultura del Cinquecento: il mausoleo di don Pedro de Toledo, in marmo di Carrara, opera di Giovanni da Nola. Assieme a lapidi, iscrizioni e altri monumenti sepolcrali cinquecenteschi la chiesa, che si apre con il portone ligneo di Benvenuto Tortelli, conserva un ricco patrimonio pittorico su tavola (Marco Pino, Giorgio Vasari, Giovanni Bernardo Lama, Criscuolo) e su tela (Luca Giordano, Andrea Vaccaro).

Il 14 giugno alle ore 16.00 presso la Società Napoletana di Storia Patria, che ha sede presso Castel Nuovo, si terrà la conferenza San Giacomo degli Spagnoli a Napoli: eredità di un lungo cammino, per sensibilizzare sul tema del recupero della Reale Pontificia Basilica di proprietà della Real Hermandad de Nobles Españoles de Santiago. Interverranno: Luciano Garella (Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per il Comune e la Provincia di Napoli), Carlos Hernando Sánchez (Università di Valladolid), Encarnación Sánchez García (Università degli Studi di Napoli L’Orientale), Tobia Raffaele Toscano (Università degli Studi di Napoli Federico II), Andrea Zezza (Seconda Università degli Studi di Napoli), moderati da Giovanni Muto (Università degli Studi di Napoli Federico II).

Il sepolcro di don Pedro de Toledo nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli

Olga Scotto di Vettimo, 10 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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