Nanda Vigo e i suoi amici

La sua collezione privata è una nuova sezione permanente del Museo San Fedele di Milano

Nanda Vigo con Piero Manzoni a Milano nel 1962. Cortesia Nanda Vigo Archive
Ada Masoero |  | MILANO

Dal 6 ottobre il Museo San Fedele - Itinerari di arte e fede si arricchisce della nuova sezione permanente «Nanda Vigo Private Collection». Le due sale ospitano una cinquantina di opere delle 108 della raccolta personale donata al museo dall’artista, designer e architetta (Milano, 1936-2020; insignita nelle scorse settimane del Compasso d’Oro alla Carriera 2020), protagonista dell’arte milanese e non solo degli anni ’60 e ’70.

Sono esposti lavori importanti, e spesso precocissimi, di artisti suoi compagni di strada, come Agnetti, Beuys, Hsiao Chin, Christo, Dadamaino, Jean Fabre, Fabro, Fontana, Isgrò, Mack, Piene, Gio Ponti (suo maestro), Rotella, Schifano, Turcato, Uecker, Warhol e della stessa Nanda Vigo.

Con un ricco nucleo di opere di Piero Manzoni (con cui l’artista ha avuto un sodalizio anche affettivo), ricco di esempi delle sue ricerche più radicali, dagli encausti nucleari e i catrami del primo periodo ai celebri «Achrome», fino alla scatoletta «numero uno» della «Merda d’artista».

La collezione di Nanda Vigo, che documenta la grande stagione dell’«azzeramento» dei canoni dell’arte precedente, compiuta a Milano e in Europa tra la fine degli anni ’50 e i ’60-’70 da un manipolo di artisti innovatori, «figli» ideali di Lucio Fontana, costituisce ora l’incipit cronologico del percorso del Museo San Fedele, diretto da Andrea Dall’Asta S.J.

Il museo, nella chiesa di San Fedele e negli spazi attigui, riunisce opere di David Simpson, Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Sean Shanahan, Claudio Parmiggiani, Nicola De Maria, Lawrence Carroll e altri, continuamente arricchite da nuove acquisizioni e committenze.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Ada Masoero