Musei declassati, direttori beffati

Più deboli i musei ad autonomia limitata, incerto il destino di quelli che l’hanno perduta

Una veduta del Parco dell'Appia Antica. Foto: Nicolò Musmeci
Edek Osser |  | Roma

La parola «riforma» era stata evitata accuratamente fino a ora: per mesi Bonisoli ha definito gli interventi come un necessario «tagliando», una correzione della riforma Franceschini in vigore dal 2014, mentre la Commissione incaricata di studiare il problema e trovare le soluzioni era intitolata alla «riorganizzazione» del Mibac.

Dopo un anno, è nata una nuova «riforma», l’ottava negli ultimi anni, una vera «controriforma» che contraddice quella precedente. Sui grandi musei autonomi non mancano decisioni non motivate e non chiare come l’abolizione dei Consigli di amministrazione e la revoca dell’autonomia per tre importanti istituzioni: il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, già previsto come perno di un sistema museale della civiltà etrusca, il Parco Archeologico dell’Appia Antica, da poco autonomo, e la Galleria dell’Accademia di Firenze, secondo museo in Italia (dopo gli
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© Riproduzione riservata Una veduta del cortile degli Uffizi.Foto: Wikipedia
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