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Due artisti italiani, Barbara De Vivi (Venezia, 1992) e Giuseppe Di Liberto (Palermo, 1996) e il francese Rémi Deymier (Narbonne, 1993), tutti «veneziani» di formazione, sono i protagonisti della mostra «Regarding Venice. A proposito di Venezia/Guardando a Venezia», presentata dalla Galleria Poggiali fino al 6 settembre. Insieme, ne ridisegnano lo spazio con i loro lavori fondati sulla dominanza del colore, secondo la tradizione veneziana, e su forme «liquide» e oniriche, legate all’immaginario lagunare.
Volutamente ambiguo il titolo, che gioca sull’ambivalenza semantica della radice verbale «regarde», relativa, in francese, al «guardare», mentre in inglese assume il significato di «a proposito di». Di qui la duplice valenza del titolo della mostra, che si rifà anche al dipinto «Senza titolo-A proposito di Venezia», 1958, di Tancredi (1927-64).
Se Barbara De Vivi, come spiega lei stessa, mette in relazione «i motivi iconografici tradizionali con istanze personali e un immaginario legato all’estetica contemporanea», lasciandosi guidare dall’«immedesimazione emotiva», Di Liberto si serve di scultura, pittura e installazione sonora per stimolare l’osservatore a riflettere sul tema misterioso, e oggi così disturbante, della morte, indagandolo sul piano sociale, culturale e politico. Quanto a Deymier, va in cerca di una sintesi tra i modi dell’astrazione e della figurazione, e crea spazi onirici che nemmeno lui conosce, se non nel momento in cui li dipinge.

«Photon’s Lullaby», 2020, di Rémi Deymier (particolare). Cortesia dell’artista
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