Mega arte, mega fama, mega affari... mega rischio

Michela Moro |  | Lago d'Iseo

Christo, Kentridge: perché gli artisti si cimentano in imprese pubbliche giganti (ed effimere), con impegni progettuali e finanziari, investimenti massicci, ma ritorni incerti? Prevale la voglia di stupire, la risonanza mediatica, il ritorno in notorietà, l’eccitazione adrenalinica della grande sfida o la possibilità di generare grossi profitti?

«Vengo da un Paese comunista: per me essere libero è fondamentale. Con Jeanne-Claude abbiamo sempre fatto tutto da soli proprio per non dover sottostare ai desiderata di nessuno. Dicono che sono pazzo a lavorare su un progetto effimero che costa 15 milioni di dollari? Non m’importa: sono soldi miei e li spendo come mi pare». Questa è la prima risposta di Christo alla domanda su come vengano finanziati i suoi progetti. Mentre controlla l’avanzamento dei «Floating Piers» che apriranno al pubblico sul Lago d’Iseo il 18 giugno, l’artista con casco e stivali da lavoro
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